La Milano dei centri sociali: "Leoncavallo presto in regola"
Dopo aver accontentato l'Islam, Pisapia lavora per trovare una soluzione per l'area occupata. Tavolo con gli antagonisti
Milano, la capitale europea dei centri sociali. Giuliano Pisapia lavora sodo per trasformare il capoluogo meneghino nel cuore pulsante dell'antagonismo italiano, ben rappresentato dallo storico centro sociale Leoncavallo. Il sindaco ha infatti varato un tavolo con le associazioni che gestiscono l'area occupata e la proprietà immobiliare per trovare al più presto una soluzione. L'obiettivo della giunta è arrivare alla regolarizzazione entro fine anno. Insorge la Lega Nord, che con Matteo Salvini ha commentato: "Un aiuto folle e vergognoso. I giovani milanesi hanno ben altri bisogni". La gioia del portavoce - Daniele Farina, storico volto dell'antagonismo milanese, nonché coordinatore cittadini di Sinistra e Libertà e portavoce dello stesso Leoncavallo, non nasconde la sua gioia. Il percorso per portare l'area verso la regolarizzazione sarà la prossima settimana e si svolgerà in uno degli assessorati. Palazzo Marino, ha spiegato Farina, sveolgerà il ruolo di "facilitatore affinché le parti trovino gli accordi". Il portavoce ha spiegato come il Leoncavallo "non chieda soldi al Comune, ma di operare su un piano amministrativo per facilitare il raggiungimento del risultato. L'ultimo presidio - Dopodomani è previsto l'ennesimo presidio al Leoncavallo, che attenderanno l'ufficiale giudiziario per lo sfratto: come sempre l'ufficiale giudiziario arriverà e firmerà il foglio per rimandare l'esecuzione del provvedimento. Ma questa volta potrebbe essere l'ultima. "I tempi sono maturi - ha continuato Farina -, si poteva fare anche in passato ma si sono persi molti anni. Mi auguro che l'opposizione di centro-destra non alzi barricate ideologiche". Secondo quanto ha riferito, considerata "la buona volontà delle parti", la regolarizzazione potrebbe passare per "diverse strade". "Che paghino le tasse" - L'opposizione si è scagliata contro la scelta di Pisapia di dialogare con gli antagonisti, di proseguire nel cammino verso l'illegalità. "La messa a norma del Leoncavallo e, a breve, di altre simili realtà non solo non mi convince, ma mi preoccupa, al pari della stragrande maggioranza dei cittadini milanesi", ha commentato il l'assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa. "Al di là degli aspetti pseudo culturali con cui si sono sempre trincerati i frequentatori dei centri in qeusti luoghi di pseudo aggregazione - ha proseguito -, è noto a tutti che l'illegalità e il non rispetto delle regole ha spesso caratterizzato l'attività di queste realtà. Tutti sanno che il Leoncavallo è ormai diventato un'impresa commerciale a tutti gli effetti, forte di un giro di affari stimato in vari milioni di euro. Ma se è così - conclude La Russa - non dovrebbe competere ad armi pari con le altre aziende e realtà imprenditoriali cittadine?". Il riferimento è che la casa dei no-global paga zero tasse e zero contributi. Uno scontrino, al Leoncavallo, è impossible trovarlo. Chi ci lavora lo fa in nero. Milano ai musulmani e agli antagonisti - Il vento a Milano è cambiato davvero. Infatti, nemmeno un sindaco né un assessore delle precedenti giunte si era mai seduto a un tavolo con i rappresentati del Leoncavallo. Palazzo Marino tratta con l'area occupata e crea un assoluto precedente. Durissimo l'ex vice-sindaco Riccardo De Corato: "Senza ricordare i suoi nefasti precedenti degli ultimi trent'anni fatti di violenze fisiche nei confronti di chi si opponeva alla loro logica di violenza e sopraffazione, il Leoncavallo ha visto una serie incredibile di violazioni di leggi e normative che sono sotto gli occhi di tutte le istituzioni e che Pisapia e la sua giunta conoscono benissimo". Insomma il sindaco dopo aver saldato il conto con la comunità musulmana promettendo moschee in ogni quartiere e il più grande centro islamico d'Europa, dopo aver fatto capire ai milanesi che per girare in macchina dovranno svenarsi e che prendere i mezzi pubblici sarà un lusso sempre più chiaro, offre la sua riconoscenza anche all'antagonismo, e comincia a prodigarsi per legalizzarne l'assoluta mecca.