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Alta tensione sui titoli di Stato Così la Cina inizia a comprarci

Borse, giornata sulle montagne russe. Poi Milano maglia rosa: +2,19%. Bene anche le altre piazze. Sale lo spread Btp-Bund

Andrea Tempestini
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Piazza Affari chiude in rialzo dopo un'altra giornata in altalena, con gli indici che hanno oscillato fra cali del 2% e rialzi del 3 per cento. A Milano il Ftse Mib è rimbalzato del 2,19% a 13.769 punti, mentre l'All Share ha fatto segnare una crescota dell'1,87% a 14.642 punti. In mattinata gli indici hanno trovato sostegno nella conferma di un incontro sul debito pubblico italiano fra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e una delegazione cinese. Sono poi scesi in attesa dell'asta di titoli di stato per poi riprendere definitivamente la strada del rialzo nel pomeriggio, sostenuti anche da Wall Street. A guidare il rimbalzo di Milano, per lunghi tratti la migliore d'Europa, il comparto bancario, in cui spicca la performance della Bpm. Bene anche energia e industriali, mentre è stato contrastato il lusso. In rialzo il controvalore degli scambi, pari a quasi 2,8 miliardi. Milano è la maglia rosa in un'Europa che chiude tutta in positivo: Francoforte sale dell'1,85%, Londra dello 0,87% mentre Parigi prende 1,41 punti percentuali. Btp e Bund - Ma il dato più preoccupante della giornata proveniva dal mercato dei titoli di Stato, con il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi che raggiungeva a un picco di 403 punti. A mercati chiusi il differenziale si è assestato a 390 punti. Ancor più marcato il divario sui titoli a cinque anni, a 447 punti base, il differenziale più ampio da che esiste la moneta unica europea. Per avere un metro di paragopne con gli altri Stati in maggiore difficoltà, si consideri che lo spread greco arriva oltre i 2.200 punti, quello irlandese sfora i 703 mentre, il Portogallo è a 952 e infine la Spagna, a 357. Ed è in questo contesto che la Cina, riefrisce il Financial Times, alla stregua di quanto ha fatto in anni e anni di acuisti negli Stati Uniti ha cominciato a comprare fette del nostro debito pubblico. Una forma di neocolonialismo finanziario. Obama: "Grecia problema più grave" - Della crisi del debito ha parlato anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che è voluto entrare nel merito delle difficoltà che sta attraversando il Vecchio Continente. "La Grecia è evidentemente il problema più urgente", ha spiegato. Poi, in occasione di una tavola rotonda con dei giornalisti spagnoli, ha ribadito di essere confinto che finchè non sarà risolta la crisi europea del debito l'economia mondiale è destinata a rimanere debole. Obama ha voluto sottolineare che gli Stati Uniti sono al lavoro con le autorità del Vecchio Continente per stabilizzare la situazione. "Si stanno adottando misure per rallentare la crisi - ha sottolineato -, non per fermarla. Un problema più grave è cosa accadrebbe in Spagna e in Italia se i mercati dovessero continuare a prendersela con questi due grandi Paesi", ha concluso Obama.

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