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Fadil-Nicole, lotta nel fango: "Suora hard". "Ti querelo"

La ragazza marocchina in procura: "Sono indignata per quello che ho visto". Ma la consigliera respinge il pettegolezzo

Andrea Tempestini
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Sulle rivelazioni di una modella marocchina, Fadil Imane, 26 anni, si costruisce un altro spezzone della pseudo-biografia osé di Silvio Berlusconi. Secondo i verbali di una sua dichiarazione spontanea resa il 9 agosto scorso, furono Nicole Minetti e Barbara Faggioli, proprio davanti al presidente del Consiglio, in una sala della villa di Arcore adibita al bunga bunga con tanto di palo per la lap dance, a indossare «una tunica scura da suora, compreso il copricapo ed una croce rossa sul velo» e, mentre un dj creava la colonna sonora, «si spogliarono svolgendo balletti sexy, ovvero dimenandosi intorno al palo vestite solo di biancheria intima». Ci riderebbero sopra, le due interessate, se fosse ancora possibile. Sul suo profilo Facebook, la Minetti reagisce ironicamente: «A gennaio vagheggiavano che ero crocerossina, a settembre farneticano che sia stata suor Nicole e a dicembre diranno che facevo Tarzan & Jane... chi più ne ha più ne metta!!! Non ne posso più!!!!!!!!». Anche la Faggioli, al telefono, si lascia scappare una battuta: «Sì, era lo spogliarello di Timon e Pumba», che sono personaggi del cartone animato Il Re Leone». Ma poi prevale l'indignazione: «Sono stufa di tutta questa gente che si sveglia la mattina e ci accusa». Ormai, con i giornali, si parla esclusivamente tramite gli avvocati. La Minetti precisa attraverso un comunicato che «durante le serate in cui ero presente ad Arcore io non ho mai partecipato a balletti del tipo descritto da questa ragazza, né tantomeno mi sono mai travestita in alcun modo né da suora né da crocerossina..». Chiude minacciando «azioni da intraprendere per tutelare la mia dignità e immagine». Stessa linea scelta dalla Faggioli: «Non intendo più subire passivamente e pertanto, ho già conferito mandato al mio legale, Ruggiero Fiorella, affinché tuteli i miei interessi nelle più opportune sedi giudiziarie». Tanto più che si dichiara «stufa di chi per avere un momento di gloria personale spaccia notizie false», dopo aver già chiarito che i suoi rapporti non erano quelli descritti e che si tratta di episodi assolutamente falsi. Che cosa ci facesse lì Fadil Imane, che dichiara ai magistrati di essere rimasta «sconcertata» dalla scena, lo si scopre da un suo colloquio con il direttore del Tg4 Emilio Fede. Un'intercettazione telefonica del 25 agosto 2010, depositata presso la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati, ne traccia un profilo di abituale frequentatrice dei ricevimenti «eleganti» del premier. In sostanza, a Imane è sufficiente chiamare Fede per essere prelevata e condotta a Villa San Martino nel giro di pochi minuti. Purché, le raccomanda il giornalista, «ti prepari carina». E certo non era la prima volta per la ragazza che, per sua stessa ammissione, conosceva l'ambiente già da febbraio. Anche se non aveva mai visto la sua connazionale Karima El Mahroug alias Ruby, a dire il vero. Lei nega comunque di aver ceduto alle attenzioni di chicchessia in quelle occasioni. Anzi, confida ai giudici che è il Cavaliere a dimostrarsi il più comprensivo. Non appena si accorge del disagio della bella marocchina davanti alle esibizioni delle altre ospiti, le invita «a calmarsi, a cambiarsi e si è avvicinato a me in modo gentile, prendendomi per mano» e «portandomi a vedere la sua bellissima casa». E, dopo aver detto di essere «consapevole di come noi donne avessimo tante necessità», le «porse una busta con 2mila euro» in banconote da 500. Senza chiederle nulla in cambio. Nemmeno la riservatezza, evidentemente, visto che Imane spiffera tutte le chiacchiere su Catarina, una ragazza montenegrina. È la presunta fidanzata, che a dire di Imane «tiene sotto torchio» Berlusconi. «Praticamente vive ad Arcore», le rivela lo stesso presidente, descrivendola come «follemente innamorata di lui». Imane la dipinge come una povera disperata. Non come una prostituta, peraltro. di Andrea Morigi

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