Merkel ci dichiara guerra "Basta aiuti dalla Bce"
Il rappresentante tedesco via dal board dell'Eurotower: spaccatura sull'acquisto di Btp. Borse in caduta libera. Spread alle stelle
La Germania è entrata in guerra. L'avversario siamo noi, l'Italia. La Banca centrale europea si è spaccata sul tema delle ultime settimane: l'acquisto di titoli di Stato da parte dell'Eurotower. E la frangia che abbandona l'istituto centrale è quella che risponde alla Berlino di Angela Merkel: Jurgen Stark, membro del comitato esecutivo dell'istituto ha annunciato le sue dimissioni. Il passo indietro sarebbe dovuto arrivare a mercati chiusi, ma dopo le indiscrezioni e la mazzata per i mercati la Bce è stata costretta ad anticipare l'ufficialità delle dimissioni. Lo ha spiegato il numero uno, Jean-Claude Trichet: "Per ragioni personali" Stark "rassegnerà le dimissioni prima della fine del suo incarico", che era previsto per il 31 maggio 2014. De facto, il tedesco resterà al suo posto fino a che non sarà nominato un successore: la procedura di nomina avverrà entro la fine dell'anno. Secondo le prime indiscrezioni, al posto di Stark potrebbe arrivare il segretario di Stato al ministero delle Finanze, Jorg Asmussen. La rottura - Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella riunione d'emergenza che fu convocata per decidere se riprendere gli acquisti di titoli di Stato per aiutare Italia e Spagna, nei primi giorni di agosto, il dimissionario sStark votò contro, e con lui l'altro consigliere tedesco, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann e altri due numeri uno di istituti centrali. Questo lo strappo da cui è cominciata a maturare la decisione che ha colto di sorpresa il Vecchio Continente. Nel corso della votazione, il resto dei 23 membri del board aveva deciso per il via libera alla riattivazione del programma. Spread alle stelle - La notizia, fatta rimbalzare dall'agenzia Reuters, da subito ha pesato come un macigno sui mercati: Piazza Affari e le altre piazze europee sono in caduta libera. Lo spread tra i nostri Btp decennali e il bund tedesco è schizzato in una manciata di minuti oltre quota 360 punti base (con rendimento al 3,60%), per poi sfondare quota 370. Per inciso, la Reuters ha citato delle fonti che danno per certo che il motivo alla base delle dimissioni sia il conflitto sugli acquisti dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà. Giovedì, infatti, il presidente Trichet aveva rifiutato un suo commento circa l'atteggiamento dell'Eurotower sull'acquisto, in futuro, di nuovi titoli di Stato. Borse in picchiata - Dopo la bomba sganciata da Berlino, le piazze affaristiche hanno accelerato al ribasso dopo una mattinata segnata dalle vendite. In picchiata anche l'euro, tornato ai minimi di sei mesi fa a 1,3737 sul dollaro. Milano poco dopo le 16 lasciava il 3,3%, Londra quasi 2 punti, Francoforte 3,1 punti percentuali e Parigi il 2,9 per cento. A fine seduta, a Piazza Affari l'indice Frse Mib ha lasciato il 4,93%, mentre l'indice complessivo All Share ha lasciato il 4,53%: in termini assoluti la capitalizzazione della piazza milanese si è assottiliata di 16,13 miliardi. Il nuovo scivolone porta il valore totale del listino leggermente sotto i 340 miliardi di euro. Chisura in profondo rosso in tutta Europa: Francoforte ha perso 4,04 punti percentuali, Londra il 2,35%, Parigi il 3,60 per cento.