Beffati Povero D'Alema: prima lo contestano, poi aprono un sexy-shop sotto casa del baffetto
Tempi duri per Massimo, assediato dal negozio hard nel cuore della Roma bene: una nuova grana
Apre un sexy shop automatico nella Roma bene e tra gli abitanti monta la rabbia. Tanto che, contro il negozio che offre sex toys e video hard ai clienti più timidi, è stata addirittura organizzata una raccolta firme degli indignati residenti, i quali chiedono a gran voce la chiusura del “luogo della perdizione”. Un piccolo locale al civico 27 di via Avezzana, proprio accanto al palazzo dove vive Massimo D'Alema. Una nuova grana per il leader del Pd, che ieri è stato pure contestato a Pesaro da un militante di sinistra, il quale ha esposto il cartello «D'Alema, Berlusconi sarà sempre grato, noi no». Ebbene, il presidente del Copasir possiede nella stradina a pochi metri da piazza Mazzini ben due appartamenti, venti vani tra il primo e il secondo piano. In uno vive lui con la moglie Maria Rosaria Giuva, quello sopra è intestato ai figli. D'Alema non ha ancora sottoscritto il documento contro la nuova attività commerciale, ma sono in tanti a giurare che quel sexy shop in bella vista sotto il suo balcone non gli piaccia affatto e che la consorte abbia più volte manifestato la sua contrarietà. A preoccupare non solo gli abitanti di via Avezzana, ma anche i condomini che vivono a via Nicotera, Pimentel e Sanfelice; è il fatto che “Sex is Now” (questo il nome della videoteca automatica per adulti) possa trasformare la stradina nel cuore di Prati in un ritrovo per amanti del sesso. E per scongiurare il rischio che il distributore automatico di giochi erotici causi un danno all'immagine dei palazzi ottocenteschi, i residenti si sono rivolti allo studio legale Valeri, che ha preparato una petizione inviata al presidente del Municipio e ai vigili urbani. Nel documento, che sarebbe arrivato perfino sulla scrivania del sindaco Gianni Alemanno, si chiede la chiusura dell'attività che sarebbe incompatibile con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici. Il timore, per i promotori della protesta che possiedono i lussuosi appartamenti, è che gli immobili della via perdano di valore e che la zona si animi di personaggi poco raccomandabili. Addirittura c'è stato chi, al fine di inibire i clienti, ha proposto di tagliare il grande albero davanti al sexy shop per installare un lampione su quella che finora è stata una stradina poco illuminata. Per nulla contrari al nuovo negozio gli altri commercianti di via Avezzana, che non hanno intenzione di firmare la petizione. «Non so che problemi può creare questo negozio. Anzi, ha perfino la telecamera esterna, quindi dovrebbe portare più sicurezza. E poi non si capisce neanche che cos'è, ha solo una porta, niente vetrina, i prodotti non sono in vista, bisogna entrare», ha spiegato un negoziante. “Sex is Now”, il terzo della Capitale, è aperto da poche ore ma la partita delle firme è appena iniziata. di Rita Cavallaro