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Napolitano: misure per la crescita

Nota del Capo dello Stato: "L'urgenza è drammatica. Allentare il debito pubblico. Sfruttare risorse della Sicilia"

Andrea Tempestini
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Giorgio Napolitano, dopo aver raccolto i consensi della Banca centrale europea - che ha incensato il Capo dello Stato per la manvora scordandosi il governo - continua a dettare la linea: "La crisi finanziaria globale esplosa tra il 2007 e il 2008, culminata nel 2011 nella crisi dell'Eurozona, per la crescente insostenibilità del debito sovrano di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, ci ha condotto a decisioni molto pesanti del nostro Parlamento in funzione di un risanamento e riequilibrio della nostra finanza pubblica", spiega in una nota. Quindi la ricetta: "Ora serve la crecita". "Urgenza drammatica" - Napolitano, impegnato a Palermo per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unita d'Italia nella sede della Società sicilia per la Storia Patria, continua: "Dopo l'indispensabile e urgente manovra di finanza pubblica che sta per concludersi in Parlamento, sono i temi della crescita che si pongono in modo stringente, per non dire drammatico all'ordine del giorno, in continuità con l'impegno ad allentare il peso ed il vincolo di un massiccio debito pubblico e del costo di questo debito". "Puntare sul Mezzogiorno" - Per questo, prosegue la nota del Presidente della Repubblica, "non posso che ribadire che l'Italia può tornare alla crescita, può giungere a crescere intensamente e stabilmente solo crescendo insieme Nord e Sud". Secondo Napolitano, l'Italia può tornare alla crescita "solo mettendo a frutto le risorse del Mezzogiorno, le risorse potenziale della Sicilia e del meridione che sono la maggior carta di cui disponiamo - ha osservato - per guardare con fiducia al futuro. E' questa la sfida da raccogliere per dare tempo nuovo e compiuto a quel patto nazionale di cui abbiamo con grande partecipazione in Italia celebrato il centocinquantenario". "Autonomia siciliana incompiuta" - Le potenzialità dello statuto speciale concesso alla Sicilia nel dopoguerra, continua il Capo dello Stato parlando dell'isola, "sono rimaste eluse e deluse, sia per indampienze dello Stato centrale ma anche per le distorsioni e gli inquinamenti". Primo fra tutti, la "presenza insidiosa e sconvolgente della criminalità organizzata, che ha avuto tanti suoi eroi e tante sue vittime". Quindi, Napolitano rivolge un "richiamo a quello che è rimasto incompiuto delle finalità e potenzialità della storica conquista dell'autonomia siciliana". Il Presidente, come conclusione della sua visita a Palermo, ha poi ricevuto Claudio e Giuseppe Zarcone, padre e nonno di Norman Zarcone, giovane dottorando gettatosi l'anno scorso da un terrazzo al settimo piano della facoltà di lettere dell'università di Palermo in segno di protesta contro le baronie dell'ateneo.  

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