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Lo sfregio di Trichet: manovra, tutto il merito è del Quirinale

Il numero uno dell'Eurotower si coccola Napolitano. Il Colle: "Italiani cambino testa, non siamo più agli anni '70"

Andrea Tempestini
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La direzione è quella giusta, ma per essere sicuri che la barra venga mantenuta dritta Jean-Claude Trichet ha preferito rivolgersi direttamente al Colle. Che il pressing sul governo da parte del presidente Giorgio Napolitano durante la stesura della manovra bis sia stato serrato e costante, non è un mistero. E ieri, accanto alle parole di cauto apprezzamento per il lavoro del governo, il presidente uscente della Bce ha voluto sottolineare in maniera un po' inusuale il ruolo svolto dal Quirinale, facendo capire non troppo velatamente che sarà lui l'interlocutore di Francoforte. «Le misure prese confermano una cosa che era molto importante per il consiglio direttivo della Bce», ha detto Trichet, «e cioè un primo impegno del governo italiano». Ma ora la messa in pratica sarà di «estrema importanza». Per questo, ha aggiunto, «ho parlato recentemente anche con il presidente Napolitano e ho avuto rassicurazioni. Occorre mantenere le promesse per riportare credibilità e fiducia sui mercati». Compito a cui il capo dello Stato non si sottrae. Anzi. Alla prima occasione buona, come il confronto pubblico che si è tenuto ieri all'università di Palermo, Napolitano si è subito lanciato in una solenne europredica sostenendo che «tutto spinge ad una maggiore integrazione» e che «per restare in Europa è necessario un esame di coscienza collettivo che deve riguardare anche i comportamenti individuali di molti italiani di ogni parte politica e sociale». Il presidente della Bce ha poi cercato di smentire qualsiasi tentativo di commissariamento dell'esecutivo. «Non abbiamo dettato», ha spiegato, «alcun programma di riforme, ma solo inviato messaggi e comunicazioni». Resta da capire quando queste comunicazioni cesseranno, visto che anche ieri sera il futuro numero uno della Bce, Mario Draghi, si è presentato a Palazzo Chigi per incontrare Silvio Berlusconi. Lo sgambetto al premier e al suo ministro dell'Economia, Giulio Tremonti (fino a ieri considerato garante della tenuta finanziaria dell'Italia) è arrivato durante una conferenza stampa in cui il presidente della Bce ha comunque espresso un giudizio positivo sulla manovra: «Dopo alcune esitazioni, alcune complessità, alla fine si è visto qualcosa che va nella direzione dell'impegno iniziale». Ma dal numero uno dell'Eurotower tutti si aspettavano soprattutto notizie rassicuranti in merito alla prosecuzione del sostegno della Bce sui nostri titoli di Stato. E invece, dopo aver sottolineato che si tratta di interventi «temporanei», è arrivata pure la minaccia di nuove correzioni di bilancio. «L'Italia», ha detto, deve prevedere i trend e se ci sono nuove misure da assumere bisognerà assumerle». Il quadro internazionale tracciato da Trichet è fosco. Nell'area euro «l'incertezza è particolarmente alta» e sulla crescita «prevalgono i rischi». Stiamo attraversando, ha spiegato, «la peggior crisi dalla seconda guerra mondiale». Per il 2011 è atteso un aumento compreso fra l'1,4% e l'1,8%, mentre per il 2012 la forchetta è tra 0,4% e 2,2%. In questo scenario sono ovviamente cambiate le prospettive sul costo del denaro. I rischi inflazionistici sono ora «bilanciati». In altre parole, nessun rialzo dei tassi in vista dopo quello all'1,5% dello scorso luglio. Non è mancata, infine, una frecciata verso Berlino. La Bce «sta facendo il suo lavoro» e ha «mantenuto la stabilità dei prezzi per quasi 13 anni» e in Germania «l'abbiamo assicurata meglio di quanto sia stato fatto nei precedenti 50 anni», ha detto Trichet in risposta alle critiche di alcuni economisti tedeschi che hanno definito l'Eurotower una “bad bank”. L'allarme di Trichet ha fatto ballare i listini europei, ma alla fine le Borse hanno chiuso in terreno positivo. Piazza Affari ha consolidato il rialzo terminando la seduta con un +0,69%. Resta alto, a 340 punti, lo spread Btp-bund. di Sandro Iacometti

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