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La consigliera Pd senza freni Insulti al Cav, paga il Comune

A Bologna Simona Lembi partecipa alla manifestazione 'Se non ora quando' e si fa rimborsare le spese da Palazzo D'Accursio

Costanza Signorelli
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Nella rossa Bologna, i conti non tornano. Una bufera si abbatte sui costi di Palazzo D'Accursio che risultano poco chiari e un po' troppo ballerini, specialmente per quanto riguarda i rimborsi per le missioni accordati dal Comune ai politici. Il presidente del consiglio comunale in quota Pd, Simona Lembi, si sarebbe fatta rimborsare direttamente dal Comune le spese par partecipare alla manifestazione Se non ora quando?. 450 euro pagati dal Comune, o meglio dai cittadini, per sfilare contro Berlusconi. La Procura indaga - Questi strani rimborsi hanno attirato l'attenzione della Procura di Bologna che vuole vederci chiaro: la richiesta degli atti è già stata recapitata all'ufficio di presidenza del consiglio comunale, e si sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo conoscitivo. Il caso infatti non è isolato. Qualche giorno fa anche la pidiellina Valentina Castaldi era stata pizzicata per un presunto rimborso per la partecipazione alla Summer School, evento politico organizzato da Maurizio Lupi. Intanto nel pomeriggio di giovedì, nel primo consiglio comunale dopo la pausa estiva, il Movimento 5 Stelle è al lavoro per proporre una modifica del regolamento che prevede rimborsi spesa bipartisan per trasferte politiche. "L'intenzione – ha detto Massimo Bugani – consigliere del M5S è quella di cancellare i rimborsi per le spese di trasporto a Palazzo d'Accursio, e limitare quelli per le viaggi alle sole missioni di carattere strettamente istituzionale". Giustificazione che fa acqua - La Lembi, colta con le mani nel sacco, tenta il tutto per tutto e si giustifica appellandosi all'articolo 95 del regolamente comunale che prevede, appunto, rimborsi "per attività di aggiornamento che rivestano interesse per l'espletamento del mandato". Ora piacerebbe sapere quale razza di aggiornamento sia - per il presidente di un Consiglio comunale e per l'espletamento dei relativi compiti di amministratore della 'cosa pubblica'- partecipare ad un corteo di donne che protestano indignate contro il premier. Sia chiaro ognuno è libero di manifestare per ciò che crede, non è questo il punto, ma piacerebbe non fosse fatto a spese dei cittadini. Ma la Lembi non si risparima e ce lo spiega. "La scelta di partecipare all'appuntamento nazionale di Se non ora quando? in veste istituzionale è stata da me comunicata al Consiglio comunale, e al Consiglio stesso ho relazionato sulla mia partecipazione - si giustifica la Lembi -. Rivendico di averne partecipato come presidente del Consiglio comunale per più ragioni: sia perché appartengo a quella schiera numerosa di donne che, quando elette o nominate nelle istituzioni pubbliche, non si trasforma improvvisamente in essere neutro sia perché ho inteso interpretare una delle tradizioni più forti del Comune di Bologna, che ha sempre voluto esserci in quelle  manifestazioni nazionali che rivendicavano maggiore uguaglianza, rispetto dei diritti, ed emancipazione per chi è costretto a stare sempre indietro". Benissimo, ragioni condivisibili o meno, ma certamente chiarite. Quelle circa la partecipazione al corteo. Rimane un dubbio ed è sempre lo stesso. Perchè sarebbero i cittadini a dover pagare?

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