Rea, spunta nuovo testimone Potrebbe scagionare Parolisi
Il sottufficiale su cui la difesa punta tutto. Non vide l'auto di Salvatore sul luogo del delitto. Eppure lui era di vedetta nel bosco
Spunta un nuovo testimone nel caso dell'omicidio di Melania Rea. E, sebbene tutti gli altri teste giochino un ruolo rilevante all'interno del processo, quest'ultimo potrebbe essere decisivo. Almeno questo è ciò che spera la difesa di Salvatore Parolisi, in carcere dal 20 luglio come unico imputato per il delitto della moglie. Come riferisce il quotidiano il Centro, si tratta un sottufficiale in servizio al 123º reggimento di fanteria di Chieti ed è l'uomo su cui gli avvocati del caporalmaggiore puntano tutto. Secondo quanto lui stesso riferisce, il militare non vide l'auto di Parolisi nel luogo del delitto, nel bosco delle Casermette di Civitella (Teramo). Ma lui c'era - Eppure pare certo che il 18 aprile scorso, il giorno dell'omicidio di Melania Rea, il sottoufficiale si sarebbe trovavo di vedetta nel bosco delle Casermette di Civitella in prossimità del chiosco accanto al quale la donna è stata massacrata a coltellate. Così se quanto afferma il testimone, trovasse riscontro nella realtà, alle 14.30 avrebbe dovuto veder arrivare lungo la strada provinciale, e svoltare verso il chiosco, la Renault Scenic di Salvatore Parolisi. Il punto, però, è che il nuovo testimone sostiene di non averla vista. Interrogatorio - Il militare è stato ascoltato per oltre un'ora dal sostituto procuratore Davide Rosati. Si è presentato a palazzo di giustizia in mimetica, ma quando ha visto i fotografi si è strappato i velcri con il cognome e il simbolo del reparto. Prima di lui è stato ascoltato a lungo, sempre come persona informata sui fatti, un altro sottufficiale dell'esercito, in servizio però al 235º reggimento Piceno, lo stesso di Parolisi.