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A 2 anni dalla morte di Mike "Aiutateci a trovare il corpo"

Il figlio Michele Bongiorno scrive una lettera- appello al Corriere. Da oltre 8 mesi la salma del presentatore è scomparsa

Costanza Signorelli
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Sono ormai passati due anni dalla morte dello stimato Mike Bongiorno e oltre otto mesi dal grottesco evento del rapimento del feretro. La sparizione delle spoglie dello storico presentatore televisivo rimane così un mistero.  Una triste vicenda di cui i familiari non si danno pace e attraverso una lettera inviata dal figlio Michele, chiedono che sulla vicenda non sceneda l'oblio. La salma scomparsa - Mike muore d'infarto l'8 settembre del 2009 a Montecarlo. Al suo finaco la moglie Daniela Zuccoli. Viene sepolto nella tomba di famiglia, al cimitero di Dagnente, una frazione di Arona (Novara), per volontà dei suoi cari. Dopo sedici mesi, il 25 gennaio 2011, il feretro e la salma del presentatore vengono trafugati. Un rapimento che sembrava risolversi il 4 marzo successivo quando i carabinieri di Novara fermano due pregiudicati di Cerignola mentre da una cabina di Milano telefonavano a Daniela Zuccoli per chiedere il riscatto e restituire la salma di Mike Bongiorno. Si trattava però di due sciacalli, che si sono proclamati innocenti rispetto al furto del feretro assumendosi la sola colpa dell'estorsione. Successivamente vengono identificati altri due componenti della banda. Ma della salma nessuna traccia. Ecco la lettera inoltrata da Michele Bongiorno al Corriere della Sera: Domani cade per la seconda volta la ricorrenza della scomparsa di mio padre Mike Bongiorno. Il primo anno in cui sentivo avvicinarsi questa data provavo una profonda inquietudine per questo evento che prima o poi spetta a tutti un giorno nella vita. Come avrei reagito ? Aver sopportato questo lungo anno di tensione avrebbe permesso dopo un senso di liberazione ? In fondo la vita deve andare avanti…dopo un anno di lutto bisognerà pur tornare alla vita normale…seppure questa non sarà mai più come prima… Certamente ho capito che le ricorrenze non sono dei punto e a capo, che il dolore e la mancanza continueranno a essere presenti ogni giorno e che la guida e i consigli di un padre, di un grande padre, si ricercano nei propri pensieri per sempre. Per nostra madre, per me e i miei fratelli questa seconda ricorrenza avviene otto mesi dopo la profanazione della tomba e il rapimento della sua salma. Per quanto il clamore della notizia e lo sdegno suscitato in tutta Italia abbiano smosso un sentimento di solidarietà fortissimo, le ricerche investigative non hanno purtroppo portato a piste concrete per il ritrovamento. Da molti mesi è però calato un silenzio, sicuramente anche di rispetto verso la nostra famiglia visto la delicatezza della situazione, ma che a volte suona anche di arresa. Viviamo questa seconda ricorrenza non solo con ancora più dolore della prima, ma con in più un forte senso di «spaesamento» verso un gesto che non si è ancora chiarito e che facciamo fatica a pensare di dover un giorno spiegare ai nostri figli o nipoti. Desideriamo chiedere alle istituzioni, alle forze dell'ordine e a chiunque sappia qualcosa di non abbandonarci e che venga fatto ancora tutto il possibile perché sia risolta questa situazione per ciò che è giusto. Al di là di ragionamenti su chi soffre e chi tanto non può più soffrire, su chi ha commesso un atto vile e vergognoso e su come e quanto va punito, sul non concedersi mai a sentimenti di vendetta, nonostante il conforto degli italiani che incontriamo per la strada che ci abbracciano si commuovono e ci chiedono se ci sono novità, e anche oltre a filosofie sull' anima e sul corpo, crediamo che siano di immenso valore la memoria, le nostre tradizioni e la nostra cultura. E mio padre per primo ci ha insegnato che è giusto e bene poter andare a trovare i propri cari e portare loro un fiore sulla tomba. Michele Bongiorno

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