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Pisapia farà cassa coi posteggi Segnalati al fisco gli abusivi

Il sindaco di Milano annuncia la stretta sui furbetti incivili. Ma poi esagera: all'Agenzia delle entrate chi ruba il posto ai disabili

Giulio Bucchi
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Patente, libretto e denuncia dei redditi. Tra poco gli automobilisti milanesi saranno costretti a conservare il loro 740 insieme ai documenti della vettura. Per ora è solo un paradosso, che però ci serve a introdurre l'idea - verissima - degli assessori alla Mobilità del capoluogo lombardo, Pierfrancesco Maran, e alla Polizia locale, Marco Granelli, per colpire quanti  parcheggiano senza permesso la loro vettura negli spazi riservati ai disabili. Un'infrazione odiosa, che ogni anno viene punita con oltre 10mila contravvenzioni, non sufficienti però a scoraggiare l'esercito di milanesi indisciplinati. Gli assessori pensano questo: se un automobilista è insensibile al punto da impedire al concittadino portatore di handicap di poter parcheggiare agevolmente la sua vettura nell'apposito spazio, vuol dire che non ha senso civico. Quindi, come minimo, è un evasore fiscale. Per questo, va segnalato all'Agenzia delle entrate per i dovuti accertamenti.  Con i tagli sui trasferimenti previsti dalla manovra, i Comuni diventeranno ancora più assetati di soldi. E visto che il denaro recuperato dall'evasione fiscale rimarrà nelle loro casse, gli assessori hanno messo in moto i cervelli per tirare fuori l'idea anti-nero più originale. E quella di Maran e Granelli, se non al primo posto, ha buone chance di piazzarsi nella top ten. Se non fosse che non è loro. Londra, si legge in un'agenzia, la applica da tempo. Ma non per questo si trasforma in un'idea brillante. Parcheggiare l'auto negli spazi riservati ai disabili è un'infrazione odiosa. Evadere il fisco è un reato, in Italia mai perseguito come si deve, ora diventato un capitolo della nostra politica economica. Tutto giusto. Ma addirittura inserirli nella stessa equazione sembra più un arrampicarsi sugli specchi che una seria soluzione al problema. «Siamo pronti a scommettere che nel giro di pochi mesi il numero delle multe non sarà più così alto», dicono i due assessori. La loro tesi si basa sulla possibilità che «a tali comportamenti irregolari ne possano corrispondere altrettanti, ad esempio in materia fiscale. Per questo consideriamo utile lo strumento dell'accertamento presso l'Agenzia delle Entrate al fine di individuare trasgressioni anche di altre norme». Partendo da questo principio si potrebbero ipotizzare indagini fiscali anche per quanti viaggiano sui mezzi pubblici senza biglietto. Se l'obiettivo è quello di combattere l'evasione, si modernizzino gli uffici, si incrocino i dati per vedere se chi ha una vettura da 100 mila euro se la può permettere. E a chi parcheggia nei posti riservati ai disabili, si sequestri l'auto, piuttosto. È una punizione comprensibile. E in più si eliminano i sospetti di un'amministrazione che ha come unico scopo quello di fare cassa. Siamo un Paese con scarso senso civico e che tende a “premiare” e persino idealizzare i furbi. La proposta dei due assessori però, non ci sembra possa insegnare nulla a nessuno. Sempre che questo sia lo scopo. di Antonio Spampinato

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