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L'Europa ci detta la manovra Merkel: Siete come la Grecia

Trichet: "Bilancio in pari o sanzioni". Draghi: "Aiuto della Bce non è scontato". Moody's: "Rating sotto osservazione". E Angela gongola: "Siete fragili"

Andrea Tempestini
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Sui mercati, su tutti i mercati, la pressione è tornata a livelli allarmanti: le Borse fanno registrare pesanti passivi. Per quel che riguarda l'Italia, finisce sul banco degli imputati la manovra. Anche dall'Europa si sono levate diverse voci che, pur senza mai indicare direttamente il pacchetto anti-crisi in arrivo in Senato, mirano ad aumentare la pressione sul governo. Per Jean-Claude Trichet sono necessari interventi centralizzati da parte dell'Unione europea per quei Paesi che non prendono misure adeguate di risanamento dei bilanci. Tempismo quantomeno sospetto, quello del governatore della Banca centrale europea, che chiede una nuova governance economica per la quale richiede un accordo per il rafforzamento del patto di stabilità e di crescita, e un eventuale scorporo del settore finanziario dal rischio di debito sovrano. Trichet ha proseguito ricordando come le economie nazionali divergenti hanno causato probalemi all'Unione europea. Il banchiere centrale ha ribadito che l'Eurotower ha fatto tutto il necessario per la stabilità dei prezzi. Nel pomeriggio di lunedì, l'agenzia Reuters ha diffuso un commento che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avrebbe rilasciato nel corso di un incontro con i parlamentari della Cdu: "Italia e Grecia sono in una situazione estremamente fragile". Il commento della Merkel è stato fatto trapelare da una fonte presente al briefing. Rehn: "Non può gravare tutto sulla Bce" - Dopo Trichet ha parlato il portavoce del commissario Ue agli affari monetari Olli Rehn, che ha indicato come le dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea sull'urgenza di rafforzare la governance  economica dell'euro sono "in linea con le posizioni della commissione Ue e del presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker". Il portavoce ha continuato sottolineando che "non si può lasciare che tutto ricada sulle spalle della Bce", con i suoi acquisti sul mercato secondario dei titoli di Stato. Draghi: "Non dare nulla per scontato" - E sulla questione dei titoli di Stato, il cui differenziale rispetto al Bund tedesco è tornato a schizzare, si è espresso anche il presidente in pectore della Bce, Mario Draghi. L'attuale numero uno di Bankitalia ha spiegato che "la bacchetta magica non esiste, ma accanto al risanamento dei conti pubblici è prioritario sostenere la ceescita economica, soprattutto nei paesi più deboli". Poi ha ripreso: "I paesi membri dell'Eurozona non devono dare per scontato il programma di acquisto dei titoli di Stato, compresi quelli italiani, deciso dalla Bce nelle scorse settimane". Draghi ha poi sottolineato l'importanza dell'operato della Bce che nella crisi ha fatto "la sua parte fino in fondo". Van Rompuy: "Più pressione su Roma" - Infine ha parlato anche il presidente permanente dell'Unione europea, quell'Herman Van Rompuy tanto caro ad Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. "L'Unione europea deve aumentare la pressione su Gracia e Italia affinché mettano in atto le manovre da loro stessi concepite". Van Rompuy non si nasconde dietro a un dito e non si fa problemi a citare il Belpaese. Intervistato alla radio fiamminga Vrt, in un colloquio che ha preceduto la sua partenza per la missione a Helsinki e Berlino, ha proseguito: "I mercati finanziari vedono che ci sono ancora problemi per la realizzazione dei piani di austerity in Grecia e in Italia. L'Europa deve fare qualcosa". Moody's: "Rating sotto osservazione" - E nel corso della giornata perfetta, non poteva mancare la consueta minaccia delle agenzie di rating. Moody's ha precisato che il rating dell'Italia resta sotto osservazione per un possibile downgrade. La precisazione è arrivata daopo l'inseguirsi di indiscrezioni sul ribasso. "Attualmente Moody's dà un rating di Aa2, che è sotto revisione per un possibile downgrade", hanno spiegato dall'agenzia di rating. Moody's, però, ha sottolineato come il processo di revisione sia stato annungiato già lo scorso 17 giugno, e che quindi non c'è nessuna particolare novità rispetto a quanto affermato in precedenza. Dalla sede londinese dell'agenzia hanno spiegato: quello relativo alla possibile revisione del rating "è un processo che dura in media tre mesi". Un termine comunque non vincolante, ma che fa prevedere comunque entro tempi brevi la conclusione dell'analisi sul nostro Paese.

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