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Caro Scajola ora venda casa e poi ce lo faccia sapere

Lettera aperta: come salvare una carriera. Meglio liberarsi dell'appartamento. La voce: l'interrogatorio potrebbe essere annullato

Andrea Tempestini
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Claudio Scajola potrebbe non essere sottoposto all' interrogatorio sulla vicenda della casa romana con vista sul Colosseo. Secondo indiscrezioni trapelate dalla Procura capitolina, infatti, i legali dell'ex ministro dovrebbero depositare una memoria difensiva. Un dossier, per evitare il passaggio del parlamentare a piazzale Clodio, previsto per  il 21 settembre. Di seguito la lettera aperta di Mattias Mainiero Gentile on. Claudio Scajola, permette una domanda: ma quell'appartamento al Colosseo perché non lo vende sul serio? Centottanta metri quadrati a via del Fagutale 2, centro cittadino che più centro non si potrebbe, condomini all'altezza del posto (al quinto piano c'è Raoul Bova, in cima Lory Del Santo), palazzo rimesso a nuovo da poco: secondo noi, anche in tempo di crisi, e che crisi, onorevole, per comprarselo farebbero la fila. E nessuno baderebbe molto alla somma da sborsare. È un pezzo unico o quasi, anche se alcuni lo hanno descritto come un mezzanino. Invidiosi, caro onorevole: quello è un mezzanino da re.   È vero, per vedere il Colosseo da lì ci vuole un periscopio. Ma i Fori Imperiali  sono proprio là di fronte: un centinaio o poco più di metri, ed ecco il cuore della Roma da cartolina. Posizione fantastica, ambiente chic e riservato, strada tranquilla: anche un ragazzino riuscirebbe a venderlo in tre o quattro giorni, forse addirittura meno. Ricorda, onorevole? Ovviamente ricorda, non potrebbe essere altrimenti. Quando scoppiò lo scandalo, lei disse: «Se dovessi acclarare che la mia abitazione è stata pagata da altri senza saperne io il motivo, annullerei il contratto d'acquisto». I giornali, molto liberamente, tradussero: «Mi hanno pagato la casa a mia insaputa». Liberamente e maliziosamente, ma non è questo ciò che adesso ci interessa. Onorevole, da allora è passato un bel po' di tempo, e la casa sta ancora lì, a suo nome. Sarà pur vero che l'inchiesta di fatto non è approdata a nulla, che dall'iniziale ipotesi di corruzione si è passati a quella, molto più fumosa, e più facile da prescrivere, di finanziamento illecito dei partiti. Verissimo, come lei ha dichiarato, che la Procura di Perugia non ha trovato alcun episodio da contestarle e che il fascicolo aperto dai Pm romani non aggiunge niente a quello che già si sapeva. Però, ammettiamolo: storia imbarazzante, di cui si discuterà a lungo. Non capita tutti i giorni che 80 assegni circolari (ammontare: 900 mila euro) finiscano nelle mani della parte venditrice senza che l'acquirente ne sia a conoscenza. E le storie imbarazzanti, gentile onorevole, si possono rendere meno imbarazzanti anche togliendo di mezzo la pietra (pietra milionaria, ci consenta la battuta) dello scandalo. Lo venda, quell'appartamento. Recupererà i suoi soldi, i 610 mila euro di mutuo. Il resto potrebbe darlo in beneficenza. Farà un'opera buona, aiuterà il prossimo, chi è meno fortunato di lei, e aiuterà pure se stesso e il Pdl che certo non ha preso bene la storia. Pensi un po', tre piccioni con una fava. Oltretutto, in quanto a case, lei non è messo poi tanto male. Le resterebbe Villa Ninina, la sua ottocentesca residenza con vista su Imperia. E quando è a Roma, noi speriamo attivamente coinvolto nella vita del Pdl e forse anche di più, potrebbe sempre dirottare su un residence di lusso o un altro appartamento non così problematico. In giro, ci sono ottime occasioni. Anche qui non c'è che l'imbarazzo della scelta. È un appartamento, onorevole, solo un bell'appartamento in una zona favolosa, mica deve vendere un ricordo di famiglia, la casa del padre o del nonno, quella degli anni della giovinezza. Oltretutto, quell'appartamento è diventato una pietra al collo. Tagli la fune, se ne liberi. Permette, onorevole? Forse corrisponde a verità, forse è tutto inventato di sana pianta. Non sappiamo. I giornali hanno sempre le loro sintesi a volte maliziose e a volte semplici sintesi. Pare però che lei, in quell'appartamento che aveva messo in vendita, ci sia tornato. «Sono stato via tre o quattro mesi. - ha dichiarato - Poi, ultimamente, durante le trasferte a Roma sono rientrato». E ha aggiunto che ci è «rientrato solo a dormire». «Solo a dormire», avrebbe detto così. Vede, onorevole, quell'appartamento porta proprio sfortuna. Prima, per colpa di via del Fagutale, lei è costretto a dimettersi da ministro. Un duro colpo, non c'è dubbio. Poi, sempre per colpa della stessa casa e delle sintesi giornalistiche (mannaggia alle sintesi), fa una dichiarazione alquanto stramba parlando di un appartamento comprato in parte a sua insaputa. Strano davvero. Ora, se ne viene fuori con la casa in cui dorme soltanto, come se un titolo di proprietà aumentasse o diminuisse di intensità in base alle ore di sonno. E alcuni potrebbero essere indotti a pensare che gli insonni non hanno diritto ad una casa, o qualcosa del genere. Proprio sfortunato, quel mezzanino da re. Onorevole, credo che lei non abbia più scelta: finite le vacanze, dovrà solo rivolgersi ad un'agenzia di fiducia, se non vuol mettere un cartello là fuori con un numero di cellulare. Accetti il nostro umile consiglio: un milione e cinquecentomila euro, in parte a lei e in parte in beneficenza. Prezzo realistico, onesto. Il primo che si fa avanti firma il contratto. E lei torna a fare politica a tempo pieno. Senza la casa di via del Fagutale, è ovvio. Ma anche senza pietra al collo. Se Parigi valeva bene una messa, un rogito val bene una carriera politica. Non le pare, onorevole? di Mattias Mainiero

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