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Neo-colonialsimo di Pechino: compra una fetta d'Islanda

Ufficialmente l'area è destinata a un resort. Ma 300 chilometri quadrati sono troppi. C'è dietro un disegno geo-politico del Dragone

Giulio Bucchi
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La Cina si compra un pezzo d'Islanda. Il tycoon immobiliare Huang Nubo, già dirigente nell'apparato di governo e 16° paperone dell'Estremo oriente secondo l'ultima classifica di Forbese, costruirà un eco-resort su 300 chilometri quadrati di terreno. Un affare da 100 milioni di dollari, con annesso campo di golf. In molti ora, nell'isola dei ghiacci, si chiedono cosa ci sia dietro l'iniziativa del magnate. Trecento chilometri quadrati, infatti, rappresentano lo 0,3% dell'intero territorio islandese, troppi per un hotel e un campo da golf. Il sospetto, dunque, è che dietro Nubo ci sia Pechino e il suo desiderio di espansione. Obbiettivo geopolitico - E infatti, quello che appare a prima vista come un puro investimento commerciale fa parte in realtà di un ben più ampio disegno geopolitico che mira ad estendere la longa manus di Pechino nel Paese nordico. Innumerevoli i vantaggi: l'Islanda oltre ad essere un allato Nato, è una terra che si posiziona in un'indiscussa zona strategica tra Europa e il Nord America e conta solo 320 mila abitanti. L'occhio lungo degli investitori asiatici ha visto, perciò, in questo Paese un potenziale hub commerciale, qualora lo scioglimento dei ghiacciai a causa del surriscaldamento globale dovesse aprire nuove rotte commerciali. Agire con cautela - Superato l'ostacolo dell'accordo con i proprietari privati del terreno islandese, già raggiunto, per Huang rimane l'osso duro del governo che deve dare il via libera sulla porzione di suolo che detiene. Responsabile della decisione è il ministro degli Interni islandese, Ogmundur Jonasson, che certo non guarda con ingenuità l'operazione: "La Cina - ha detto al Financial Times - dimostra grande attivismo nell'acquisto di terreni in giro per il mondo, dobbiamo conoscerne le ramificazioni internazionali". E basta dare un occhio alle mappe per capire come i timori del governo di Reykjanik non siano campati in aria: la zona acquistata dal magnate, chiamata Grimsstadir a Fjollum, è in prossimità di alcuni porti, ed include uno dei principali ghiacciai islandesi.

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