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Prodi bacchetta Bersani e Pd 'No a referendum? Un errore'

L'ex premier firma per l'abolizione del Porcellum: "Con questo Parlamento modifica impossibile". Ritorno in politica? "Mai"

Giulio Bucchi
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Il nuovo nemico, Pierluigi Bersani ce l'ha a non troppi chilometri da casa. E' Romano Prodi, emiliano come lui, che a72 anni suonati si diverte a fare il rottamatore come il giovincello Renzi. La picconata al leader democratico e a tutto il Pd il Professore la sferra a Bologna, sotto le Due Torri, dove ha aderito al referendum elettorale per l'abrogazione del Porcellum. Una firma contro il sistema elettorale, sì, ma soprattutto un frustata alla politica attuale, da destra a sinistra. "Ho firmato per dovere civico, cioè è una cosa che sento, per dare stabilità e forza alla nostra democrazia", ha spiegato Prodi, accompagnato a Bologna dall'amico ed ex sodale Arturo Parisi. Abrogare il Porcellum è, secondo Romano, un dovere civico. "Vedo che la gente si pone il problema di una legge elettorale iniqua che deve essere sostituita". Il Pd, però, nicchia: il referendum non si deve fare. "Se i partiti riuscissero a fare una riforma elettorale loro immediatamente, io sarei l'uomo più felice del mondo - risponde pronto Prodi -. Non abbiamo mica sposato il referendum per disturbare la gente. Quindi se i partiti si mettono in gioco per una buona legge elettorale va ancora meglio". Altrimenti sarà l'ennesima sconfitta della politica, ammonisce il due volte premier, nel 1996 e nel 2006. "Le sconfitte della politica sono purtroppo tante ed è per questo che bisogna rianimare e riprendere il senso del futuro. Con un Parlamento così distaccato dalla gente questo obiettivo è impossibile". Brutto colpo, per Bersani: la critica arriva direttamente dal padre nobile del Partito democratico. E in tempi di questioni morali, è un'altra tegola pesante. L'impegno in favore del referendum, però, "non implica nulla riguardo a protagonismi, rientri o cambiamenti nella mia vita", tiene a precisare Romano. "Tra pochissimi giorni parto per un periodo di insegnamento in Cina poi per gli Stati Uniti, poi per Addis Abeba - precisa il Professore, di soprannome e di fatto -, quindi la mia vita continua con il programma che mi ero fatto, ma ci sono dei momenti in cui un cittadino agisce come cittadino". E in quei momenti, Bersani trema un po'.

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