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Infermiera, 52 bimbi infettati "Marito aveva Tbc nel 2004"

Esposto del Codacons alla Procura: "Il compagno era malato. Il Policlinico doveva fare i controlli". Sale numero dei positivi

Costanza Signorelli
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La storia dell'infermiera del nido del policlinico Gemelli, malata di Tbc, si espande a macchia d'olio. Altri 18 neonati si aggiungono alla lista. Sale così a 52 il numero dei bambini esposti al bacillo della tubercolosi. Tra questi, cinque sono nati a febbraio: ciò significa che i controlli dovranno essere estresi anche sugli infanti nati a gennaio. Poi lunedì un risvolto clamoroso della vicenda. Un'accusa, ancora da verificare, che parte dal Codacons secondo cui il marito dell'infermiera avrebbe avuto la Tbc nel 2004 :  "Desta sconcerto - spiega la nota - che il Gemelli non abbia fatto le visite periodiche obbligatorie alla dipendente ogni anno, visto che sarebbe bastata una radiografia per verificare la presenza del morbo". Lo scrive il Codacons in un esposto presentato alla procura di Roma.  Non si fa attendere la risposta da perte del Policlinico A. Gemelli che si difende spiegando: "non è mai giunta nè da parte della dipendente cui è stata diagnosticata Tbc, nè da parte delle autorità sanitarie competenti segnalazione di patologia tubercolotica, di cui sarebbe stato affetto un familiare dell'infermiera". Controlli e casi - Per quanto riguarda la giornata di lunedì, sono emersi 18 nuovi casi positivi, riferiti ai risultati dei 300 test effettuati  venerdì e sabato scorsi. Complessivamente ad oggi sono state effettuate 917 visite e test di cui sono pervenuti 729 risultati. 52 è il numero dei test emersi positivi, con una media di 7,13%. Riguardo i nuovi 18 casi positivi, si tratta di 11 maschi e 7 femmine,  dei quali 5 nati nel mese di febbraio, 2 nel mese di marzo, 2 nel mese aprile, 3 nel mese di maggio, 5 nel mese di giugno e 1 nel mese di   luglio. L'Unità di coordinamento della Regione Lazio, chiamata a gestire l'attività di controllo sui nati al  Policlinico Gemelli inseriti nel programma di sorveglianza sulla tubercolosi, è tornata a riunirsi e ha fatto il punto   della situazione sulle operazioni di verifica e prevenzione. Da qui l'ipotesi plausibile di estendere i controlli anche ai nati nel mese di gennaio. La Regione Lazio precisa inoltre che la positività al test non significa malattia, ma esprime l'avvenuto contatto con il bacillo della tubercolosi: i piccoli saranno sottoposti a ulteriori controlli e sottoposti a profilassi per evitare il rischio di sviluppare la malattia a seguito dell'avvenuto contatto con il micobatterio.

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