Berlusconi: "Accordo con Cnt Italia fornirà benzina e gas"
Incontro con Jibril: "Scongeleremo 350 milioni, forniremo addestramento a polizia e esercito". Si combatte a Tripoli e Sirte
Un comitato di raccordo con la Libia liberata, forniture di gas e benzina, addestramento militare. Silvio Berlusconi illustra le linee principali stabilite nell'incontro avvenuto poco dopo mezzogiorno a Milano con Mahmud Jibril, primo ministro del Consiglio nazionale transitorio libico. Al rappresentante del Cnt, ad un passo dalla vittoria definitiva sulle truppe lealiste di Muammar Gheddafi, il premier italiano ha garantito la nascita di un "comitato di raccordo tra i due governi". Berlusconi ha poi precisato che lunedì prossimo l'Eni firmerà a Bengasi un accordo "per la fornitura di ingenti quantitativi di gas e benzina per le necessità della popolazione". Per la "nuova Libia" in arrivo anche ossigeno economico: il governo italiano scongelerà una prima tranche di 350 milioni di euro di fondi libici bloccati all'inizio del conflitto. Un segnale di 'normalizzazione' che segue alla liberazione dei quattro giornalisti presi in ostaggio mercoledì sera. "Consideriamo questo fatto di buon auspicio per il futuro", ha commentato il Cavaliere. "Vogliamo essere vicini al popolo libico", ha proseguito, e per questo l'Italia ha dato "la disponibilità in futuro per l'addestramento di forze di polizia e di militari del nuovo stato". La disponibilità è anche "per tutto quanto potesse occorrere a partire dalle scuole fino alla sanità", considerando anche la grave situazione della capitale Tripoli, che come riferisce Jibril "è senz'acqua". Ironico Bocchino - Un mini-vertice, quello tra Berlusconi, Jibril e il ministro degli Esteri Franco Frattini che da un lato ricuce ufficialmente i rapporti tra Roma e Tripoli, "congelati" in questi mesi di guerra, dall'altro non toglie la voglia di ironizzare al falco di Fli Italo Bocchino: "L'incontro rappresenta un cambio di posizione nei rapporti del premier con la Libia - commenta il numero due di Gianfranco Fini -. Ancora non abbiamo dimenticato l'immagine di Silvio Berlusconi che bacia la mano del dittatore Gheddafi, mentre il Presidente della Camera Gianfranco Fini gli chiudeva le porte di Montecitorio". Poi la punzecchiatura finale: "Sarebbe opportuno che oggi Berlusconi, anche per riparare al gravissimo errore fatto con Gheddafi, baciasse la mano di chi si è battuto per la libertà di un intero popolo. Dopo aver baciato una mano grondante di sangue adesso baci la mano che rappresenta quel sangue versato".