La giunta pro-islam di Pisapia non trova i soldi per il Papa
Il Pontefice a Milano dopo 28 anni. Il Pdl aveva stanziato un milione per l'evento. Ma in Comune c'è chi protesta
Sono di sinistra: amano le tasse come "cosa bella" ma una volta che le hanno introdotte non sanno applicarle e riscuoterle. Sono di sinistra: hanno rigurgiti anticlericali - salvo apprezzare le moschee - che ottundono la loro vista fino a impedire loro il cinismo di tramutare il Papa in business, mettendo a frutto la loro passione per le tasse. A dare retta a "Il Fatto", Palazzo Marino è seriamente preoccupato di dover far fronte all'incontro mondiale delle famiglie che dal 30 maggio al 3 giugno 2012 vedrà Benedetto XVI sotto la Madonnina, che non vedeva più un Papa dall'84. Da un lato, secondo il resoconto della testata, l'amministrazione non trova le carte con cui la giunta Moratti prese gli impegni di sua competenza per quella visita, dall'altro - secondo virgolettati attribuiti ad anonimi collaboratori del sindaco - lo stato dei conti è tale da rendere comunque poco digeribili i costi connessi all'arrivo di Benedetto XVI. "Il Fatto" sfotte fin dal titolo: "Un milione per il viaggio del Papa. L'ultimo regalo della Moratti" Peccato che siano voci stesse di Palazzo Marino, riportate nell'articolo, a smentire la tesi della testata, dichiarando esplicitamente che il Papa sotto la Madonnina più che un costo è una rendita. Da 500mila a un milione i pellegrini attesi in città, "questo potrebbe addirittura non diventare una spesa bensì portare soldi nelle casse dell'Atm", stando a un virgolettato raccolto in Comune. Il Papa come Expo: una chances, certo, ma nell'immediato un costo? Assente il vicesindaco Maria Grazia Guida, che gestisce le trattative con la diocesi per la visita papale, l'ufficio stampa di Palazzo Marino non smentisce la ricostruzione del quotidiano, né però ne certifica al 100% l'aderenza ai fatti. Di certo c'è che l'area dove ospitare i pellegrini - soprattutto la folla attesa per l'evento clou: la messa domenicale - rappresenta un problema sotto un duplice aspetto: da un lato trovare uno spazio sufficientemente capiente, dall'altro sostenere i costi per affittare simile spazio. Varie le ipotesi allo studio, dall'aeroporto di Linate a quello di Bresso fino alla caserma di Baggio, in attesa dei prossimi incontri tra la Guida e gli esponenti della diocesi ambrosiana, a fine mese, l'interrogativo se Linate possa essere affittato (sospendendo la normale attività aeroportuale) e a che costo non trova risposta. Una certa irritazione in Comune è comunque palpabile: nessuno asseconda "Il Fatto" laddove tira fuori la recente polemica sui poteri forti - quasi che la visita papale fosse stata imposta al municipio da Foro Bonaparte - ma proprio per questo, perché nessuno pensa seriamente che si possa far saltare la visita del Pontefice, c'è tensione in merito ai costi. La Guida ha fatto presente ai singoli assessori che l'impegno è stato ereditato e va onorato, qualcuno - si dice Cristina Tajani - avrebbe un po' storto la bocca. Mentre il capogruppo pd Carmela Rozza ricorda che "laicamente" che il Papa in città è sia un atto dovuto per simmetria alla presenza della giunta al Ramadan sia una risorsa, non solo per il Comune, "Il Fatto" dimentica il fatto estremamente materiale, fatto che il Comune appare ritroso a mettere in luce, testimoniato dalla recente giornata mondiale della gioventù a Madrid: che Benedetto XVI rende più di quel che costa (nella capitale iberica il rapporto è stato di circa una volta e mezzo). Che Benedetto XVI renda è peraltro ancor più vero a Milano, dove il centrosinistra ha appena introdotto la tassa di soggiorno. Una misura che certo non incentiva gli sbarchi a Milano ma rispetto alla quale - anche se molti pellegrini possono essere classificati come viaggiatori low cost, attrezzati magari con tenda o sacco a pelo per dormire all'aperto - il Papa può rivelarsi il più efficace strumento di implementazione. di Carlo Sala