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Libia dà ossigeno alle Borse. Milano maglia rosa: +1,78%

Dopo l'apertura in ribasso il rimbalzo. Piazza Affari guadagnava anche il 4%, poi il calo. Bene le europee: Francoforte unica negativa

Andrea Tempestini
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Inizia una nuova settimana di passione per le Borse: Milano aveva aperto nuovamente in negativo, arrivando a perdere 1,13 punti, per poi azzerare rapidamente le perdite e virare in positivo. Così Milano dopo cinque minuti di scambi si portava in territorio positivo, sfiorando un rialzo di 1 punto percentuale. Ma la galoppata, dopo tanti giorni di lacrime, era appena iniziata. Intorno alle 9.35 la crescita dell'indice principale aveva raggiunto l'1,60 per cento. A metà mattinata Piazza Affari faceva da lepre, con l'indice Ftse Mib che prendeva il 2,60 per cento. A tirare la volata soprattutto il comparto energetico, che sfrutta le notizie in arrivo dalla Libia e che danno il regime di Gheddafi sul punto di collassare. Intorno alle 13.35 l'Ftse Mib saliva del 2,85% ed era tornato sopra la quota psicologica di 15mila punti, mentre nel primo pomeriggio l'indice Ftse Mib aveva spinto i suoi rialzi al 3,4% mentre l'All Share cresceva del 3,20 per cento. Successivamente, dopo la buona apertura di Wall Street, Milano guadagnava anche più di 4 punti percentuali. Nell'ultima parte di seduta, però, sono arrivate le vendite: a fine giornata l'Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell'1,78 rinculando sotto quota 15mila (14.861); l'All Share è salito dell'1,84 per cento. Balzo dei petroliferi - Come detto, il balzo più significativo a Piazza Affari è stato quello dei petroliferi, con Eni che è arrivata a guadagnare il 6,33% in una singola seduta. Sul Cane a sei zampe nelle ulteime settimane si era fatta sentire la crisi libica, considerate le diverse attività di Eni nel Paese. I petroliferi tornano così a salire perché più si avvicina la fine del regime di Gheddafi, più crescono le possibilità che gli affari in Libia tornino a normalizzarsi. Inoltre, il 15-20% della produzione petrolifera di Eni viene proprio dalla Libia, e con l'avanzata dei ribelli la produzione è più al sicuro. Anche Ansaldo-Sts ha goduto dell'effetto Libia, chiudendo in rialzo del 5,03 per cento. Ottima performance anche per la Banca popolare di Milano (+4,61%) e per Telecom Italia, che ha chiuso in salita del 4,17% tirando la giornata dei titoli legati al mondo delle telecomunicazioni a livello europeo. tra le blue chips bene anche Generali (+2,56%) mentre hanno perso sul finale Unicredit (-0,11%, nonostante le voci sulla vendita delle attività della finanziaria Pioneer in russia) e Intesa Sanpaolo, che ha lasciato sul terreno 2,65 punti (peggior titolo a Piazza Affari). In una seduta comunque difficile per il comparto auto a livello continentale, cala Pirelli (-2,49%) e Fiat, ancora, alla fine ha perso il 2,32 per cento. Indici europei - Anche le altre Borse europee avevano aperto in calo, per poi cominciare la risalita. Intorno alle 11.20 tutti i principali indici erano in territorio positivo, ma nessuno riusciva a mettere a segno rimbalzi come quello milanese. Così Londra saliva dell'1,53%, Parigi dell'1,60%, mentre Francorforte - ultimo indice ad aver virato in positivo - saliva dello 0,53 per cento). I rialzi si consolidavano poi nel pomeriggio, con Francoforte che saliva dell'1,45%, Parigi del 2,53% e Londra del 2,21 per cento. Anche le altre piazze però hanno perso terreno nel finale. Londra ha chisuo in rialzo dell'1,08%, Parigi dell'1,12% mentre Francoforte ha chiuso in territorio negativo, perdendo 0,11 punti percentuali. Oro record - Apertura in ribasso anche per gli altri principali listini europei: a Parigi il Cac 40 cedeva lo 0,85%, mentre in avvio di seduta l'indice Ftse 100 di Londra calava dello 0,82%, mentre il Dax di Francoforte perdeva l'1,28 per cento. Così di pari passo continuava la corsa dell'oro, sempre più vicino a quota 1.900 dollari l'oncia. Il metallo ha già toccato i 1.893,20 dollari l'oncia.

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