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Nullafacenti La casta (strapagata) ci tassa. Peccato che siano i peggiori assenteisti

I funzionari del ministero dell'Economia sono campioni assoluti: a luglio assenze fino al 64%

Andrea Tempestini
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Nei giorni chiave in cui l'Italia ballava la rumba sui mercati e i suoi Btp venivano presi a schiaffo dalla speculazione, gran parte dei dipendenti del ministero dell'Economia se ne stava  accoccolata  sulla sdraio di qualche spiaggia italiana. Nel mese di luglio alla direzione del debito pubblico hanno fatto registrare il record di assenze per ferie e malattie (64,29% nell'ufficio numero dieci, ma percentuali altissime ovunque). Sui circa 500 uffici   fra Roma e direzioni territoriali del ministero guidato da Giulio Tremonti ben 362 - quindi la stragrande maggioranza - percentuali di assenza per ferie e malattia superiori al 25%. Anche il mese prima è stato quasi record:  in 209 uffici del ministero dell'Economia almeno un dipendente su quattro era in ferie o in malattia. A luglio 102 uffici avevano un tasso di assenza superiore al 35%, 132 fra il 30 e il 35%, e 128 fra il 25 e il 30%. Tanto per fare un raffronto alla presidenza del consiglio dei ministri il tasso di assenza per ferie e malattia è stato del 23% e il mese precedente era stato del 21%. A giugno invece in quell'Eldorado della pubblica amministrazione che sembra essere il ministero che tassa tutti gli italiani 55 uffici facevano registrare assenze superiori al 35%, altri 54 uffici avevano assenze oscillanti fra il 30 e il 35% e 103 uffici fra il 25 e il 30%. Si tratta dei dati di assenza più alti di tutto il governo italiano in assoluto, e probabilmente assai più elevati anche rispetto ad altri comparti della pubblica amministrazione. Certo il picco giugno-luglio, due mesi in cui non è così facile ammalarsi, è dovuto all'inizio delle ferie. Ma questo vale per tutti i ministeri e per tutta la pubblica amministrazione. O meglio per quasi tutta, perché se c'è un posto dove non avrebbe senso concedere ferie in quei due mesi, è proprio il ministero dell'Economia. Giugno e luglio sono due mesi fondamentali per quel ministero, perché è durante quel periodo che vengono elaborati i principali documenti economici del ministero dell'Economia: dal Def (documento di economia e finanza) alla finanziaria. Quest'ultima è diventata triennale, e la prima della nuova versione è stata preparata a giugno 2008. Quest'anno quindi da calendario era il più importante per il ministero dell'Economia anche non ci fosse stato il ciclone sui mercati che poi si è verificato e ha costretto alla doppia manovra che è destinata a fare tirare la cinghia a milioni di italiani che verranno tartassati. Evidentemente mettere nuove tasse sugli altri contribuenti deve essere assai facile e meno complicato della ricerca di altre soluzioni. Basta un minuto e non c'è bisogno di trattenere i dipendenti in ufficio: possono benissimo leggere le novità sfogliando qualche quotidiano sulle sdraio o in un rifugio in alta montagna. Fa comunque effetto vedere la direzione debito pubblico quasi volata via dal ministero a luglio proprio mentre la speculazione aggrediva i Btp e perfino il Parlamento si è messo a discutere sull'opportunità di accorciare le celebri supervacanze dei deputati. Nell'ufficio 10 era presente il 35,71% dei dipendenti, nell'ufficio 11 il 49,05%, nell'ufficio 4 il 57,61% e in ben 7 uffici le percentuali di assenza erano superiori al 29%. Debacle non troppo diversa all'interno degli 11 uffici della direzione rapporti internazionali del ministero, così come in solo due uffici su otto erano presenti davvero i dipendenti della direzione sul sistema bancario e finanziario. Tutte le strutture anti-crisi del governo italiano erano dunque nel momento più delicato o in vacanza o in malattia con grande generosità. Non che la situazione fosse troppo diversa in altre direzioni del ministero dell'Economia. Ma almeno non erano direttamente coinvolte dal lavoro parlamentare e dall'emergenza della crisi finanziaria. Alcuni poi - come i dipendenti dei quattro uffici della direzione ambiente tutela e territorio del mare dell'Economia (assenti quasi uno su due) - potevano in fondo dire di essersi portati in vacanza il lavoro: devono controllare le spiagge. I dati naturalmente non sono ancora disponibili per il mese di agosto, ma in questo momento sono praticamente tutti in ferie i dirigenti e i dipendenti delle strutture tecniche del ministero in grado di esaminare le compatibilità di eventuali proposte di modifiche alla manovra delle supertasse. Così è praticamente impossibile conoscere gli orientamenti degli uffici di Tremonti su questo o quell'emendamento in gestazione. Il record di assenze al ministero dell'Economia era per altro evidente anche in mesi meno balneari - come aprile e maggio in cui gli uffici erano i più vuoti dell'intero governo (con percentuali naturalmente più basse rispetto a giugno e luglio). I dati non sono sfuggiti agli altri colleghi della pubblica amministrazione, che in genere non hanno in grandissima simpatia i dipendenti dell'Economia. Per un motivo molto semplice: sono i più pagati e privilegiati di tutta la pubblica amministrazione. Nessun dirigente raggiunge le buste paga che girano in via XX settembre, e solo a quei dipendenti è riservato un trattamento premiale speciale (come quello suddiviso dalla torta della lotta all'evasione fiscale). Che siano i più pagati di tutti, già sembrava poco digeribile agli altri. Che poi siano anche quelli che bigiano il tornello con allegria, diventa scandalo per tutti quelli che ogni giorno timbrano onestamente il loro cartellino. di Franco Bechis

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