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Fuori Totti? Una sfida al club: Luis Enrique già in difficoltà

Tensione dopo ko il Europa League. Per ora regna il silenzio, ma l'esclusione del capitano ha già incrinato l'asse con il tecnico spagnolo

Andrea Tempestini
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Mazzone e Zeman, comunque e sempre eccezioni, i soli mister ad amare (ed essere riamati) da Francesco Totti. Unici, nella carriera giallorossa del Pupone, visto che dallo stupefacente Carlos Bianchi («non mi convince, prestiamolo alla Samp») al neo-arrivo Luis Enrique («Ho schierato i migliori che ho»), per ogni allenatore della Roma c'è stata prima o poi una scusa per trovarsi invischiati in un “caso Totti”. Neppure lo spagnolo, infatti, è sfuggito alla regola; ci si interroga cosa abbia voluto significare la panchina per il capitano nel ko di Europa League, ma stavolta l'impressione è che Enrique non si sia voluto sottrarre alla legge non scritta: differenza sottile ma decisiva. Dunque, la Roma torna da Bratislava sconfitta dal modesto Slovan e costretta a vincere con due gol di scarto la prossima settimana per accedere al girone di E-League. Peggior esordio ufficiale proprio non si può, per di più sotto gli occhi di Tom DiBenedetto, fresco di firma presidenziale che predica «pazienza». In attacco schierati Okaka e Caprari, cioè un giovane che doveva essere ceduto e un Primavera. A Totti e Borriello vengono concessi rispettivamente 19 e 14 minuti finali. A Genova, per roba simile, Ranieri si giocò mezza panca. Ma se l'ex milanista la prende comoda (più che probabile un trasferimento), il Pupone non è tranquillo. Tace, ignora i microfoni, pur dando segni di maturità facendo buon viso a cattivo gioco. Dopo l'idillio iniziale il rapporto è già a rischio? Non ancora, ma Totti vorrebbe giocare sempre, anche nelle condizioni precarie in cui è adesso, per ribattere sul campo a Baldini («è pigro), per far vedere che Sabatini («è lui il sole di Roma») non sbaglia. Del resto, che France' sia molto arrabbiato l'ha dichiarato lo stesso ds, ma Luis Enrique si smarca: «Nessun pentimento». A che gioco sta giocando? A toccar Totti ci si può bruciare, possibile che non lo sappia? Lo sa eccome, ma ha preso la palla al balzo, mettendo in conto la figuraccia adesso per ricavarne benefici poi. Primo. Totti non è più inamovibile, e deve capirlo, soprattutto quando la forma è lontana; poco importa che la sua classe avrebbe fatto comodo in una serata con tante assenze e in un periodo di alto rodaggio. Secondo. È  un messaggio chiaro alla dirigenza: senza questi due, le alternative non sono all'altezza. Non c'è la controprova che con Totti e Borriello titolari le cose sarebbero andate diversamente, e non conta il primo tempo giocato bene: il risultato ha dato sentenze negative. Ma se il caso Totti non è ancora esploso, la certezza è che Sabatini deve metter mano con urgenza al portafogli. Servono almeno un attaccante e un centrocampista d'alto livello. Il difensore Kjaer sta arrivando, Osvaldo ha lasciato l'Espanyol per «motivi personali» e in queste ore sarebbe a Roma per firmare (agli spagnoli circa 15 milioni, ma se salta l'accordo c'è il Psg, che rinuncerebbe così a Borriello),  Lamela si sta sottoponendo a fisioterapia alla caviglia e oggi alle 12 sarà presentato ai tifosi. E mentre Brighi pare attratto dal Cagliari, si sta lavorando al rinnovo di De Rossi che, nonostante le assicurazioni, ancora non c'è. Anche questo sarebbe un grande acquisto. di Tommaso Lorenzini

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