La Svizzera insulta gli italiani "E' giusto chiamarvi topi"
La sentenza. Secondo la pretura di Lugano la campagna dell'Udc sui nostri connazionali paragonati a ratti non danneggia i frontalieri
Ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Così gli svizzeri vedono i 45mila frontalieri italiani che ogni giorno superano il confine per andare a lavorare: come topi che sfruttano il loro formaggio. La campagna dello scorso anno è stata ideata e portata avanti in tre puntate dal locale Udc, con tutte le proteste del caso. Si era alterato perfino il ministro Frattini. Ma ora un tribunale ha stabilito che la campagna anti italiani è legittima: chiamarci topi approfittatori si può. «La campagna Balairatt non arreca nessun danno comprovato ai frontalieri», ha detto infatti la Pretura di Lugano, che ha respinto l'istanza presentata da nove frontalieri lo scorso 8 marzo, patrocinati dall'avvocato Paolo Bernasconi. Oltretutto i nove frontalieri dovranno farsi carico delle spese di giustizia, 350 franchi.L'avvocato Paolo Bernasconi ha già annunciato che intende ricorrere. L'Udc invece ha diffuso una nota, nella quale esprime la sua soddisfazione per la decisione presa dalla Pretura di Lugano. «Da una Pretura peraltro già impegnata su fronti decisamente più importanti, non ci si poteva attendere più ragionevolezza», scrive il partito di Rusconi. «Unico neo, la decisione di non mettere a carico dei querelanti le spese sopportate dalla parte assurdamente tirata in causa dall'avvocato. Paolo Bernasconi e dai suoi patrocinati», ha scritto il segretario cantonale Eros Mellini. «Il fatto che, per pura smania di protagonismo – e quest'ultima è dimostrata dalla volontà già espressa di voler ricorrere in appello – ci si possa permettere di caricare di inutile lavoro gli organi giuridici del nostro già eccessivamente litigioso cantone, obbligando per di più la controparte ad assumersi le spese di un patrocinatore anche quando l'azione legale si dimostra palesemente fondata su basi inesistenti, non funge certamente da deterrente per chi del nostro sistema giudiziario intenda abusare», ha spiegato. Insomma: topi e parassiti, pure, che intasano il sistema giudiziario svizzero. Italiani, in poche parole. di Andrea Valle