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Nessuno sconto: Atalanta a -6 Doni e Signori, ricorsi respinti

Calciomarcio. La Corte di giustizia federale della Figc proscioglie Manfredini. Cinque anni e radiazione anche per Marco Paoloni

Andrea Tempestini
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Non arriva nessuno sconto né per l'Atalanta né per il suo capitano, Cristiano Doni. La Corte di giustizia federale della Figc, nel processo di appello sulla vicenda calcioscommesse, ha confermato i sei punti di penalizzazione per il club e i 3 anni e 6 mesi di squalifica per il centrocampista. La Corte ha poi confermato le sanzioni già inflitte dalla disciplinare nei confronti di Beppe Signori e del portiere simbolo dell'intera vicenda, Marco Paoloni. Accolto invece il ricorso di Thomas Manfredini, che è stato prosciolto. Condanne e radiazioni - Di fatto, la Corte di giustizia della Figc si è allineata alle decisioni espresse dai giudici di primo grado. Nel dettaglio sono stati confermati i 5 anni con radiazione per Signori; identica la sanzione comminata a Paoloni, l'ex portiere di Cremonese e Benevento al centro dell'inchiesta, nata per i sospetti che sorsero dopo il suo tentativo di avvelenare i compagni di squadra per comprometterne le prestazioni. Cinque anni e radiazione anche per Antonio Bellavista. Se l'Atalanta non ha goduto di sconti, la stessa sorte è toccata alla Cremonese: confermati i sei punti di penalità in classifica che verranno scontati nel prossimo campionato. Uguale handicap, pari a 6 punti, per l'Ascoli in Serie B. Gode invece di uno sconto il Benevento: i punti di penalizzazione vengono tagliati da 9 a 6. "Signori sconfortato e determinato" -Un commento alle decisioni della Corte è arrivato da Beppe Signori, che si è detto "sconfortato" ma anche "determinato ad andare avanti fino al terzo grado di giudizio". Queste le parole scelte per descrivero da Ugo Vittori, investigatore privato dell'agenzia Eagle Keeper, che fa parte del pool difensivo dell'ex centravanti. Signori, ha proseguito, "preferisce non parlare", anche se potrebbe farlo nei prossimi giorni. "Giustizia non è stata fatta - ha aggiunto -. C'è stata una forte volontà politica da parte della Federazione di non smentire la Procura di Cremona". Vittori non si è detto sorpreso per la sentenza: "Ce lo aspettavamo. Ora andremo avanti nel ricorso fino al Coni". L'Alta Corte del Comitato olimpico è il terzo e ultimo grado per la giustizia sportiva.

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