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Auto simbolo del capitalismo: follia incendiaria in Germania

In tre notti bruciate 44 macchine nella sola Berlino. L'effetto Londra fa salire l'intensità di un (vecchio) fenomeno tutto tedesco

Rosa Sirico
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Berlino in fiamme, colpita da una serie di incendi dolosi ai danni di auto di lusso (e non solo) parcheggiate lungo strade del centro. Un fenomeno non propriamente nuovissimo per la capitale tedesca, che negli anni si è ripetuto in maniera altalentante, ma che negli ultimi giorni ha conosciuto un picco clamoroso. Un esempio? Soltanto a Berlino sono stati bruciati 44 veicoli nelle ultime tre notti. Organizzazioni anarcoidi - I folli che ammazzano il tempo "incendiando uno dei simboli del capitalismo", più che un gruppo di piromani, sarebbero un manipolo di estremisiti. Per le autorità tedesche sarebbero legati a organizzazioni anarcoidi, che negli ultimi giorni hanno trovato rinnovata 'ispirazione' dalle vigliaccate compiute nel corso rivolte londinesi. Così non hanno voluto essere da meno e hanno intensificato la loro 'attività'. Il ministro dell'Interno tedesco, Ehrhart Kortig, ha posto una taglia di 5mila euro sugli incendiari. Auto in fiamme - Dall'inizio dell'anno sono oltre 300 le auto incendiate a Berlino. Il fenomeno non interessa solo la capitale, ma tutto il Paese. Ad Amburgo, ad esempio, nella notte tra il 1 e 2 maggio furono 18 le auto distrutte. Macchine di lusso, ma anche utilitarie, che nella 'sacra guerra' al capitalismo ci finisce dentro tutto. Vani, sinora, i tentativi della polizia di frenare il fenomeno rafforzando il pattugliamento delle strade - lo stesso portavoce della Polizia tedesca, Frank Millert ha ammesso che è "impossibile sorvegliare milioni di auto". Il dibattito interno- La situazione sta diventanto insostenibile e l'invito ad adottare pene severe arriva da tutti i fronti.  Il presidente del sindacato di polizia, Rainer Wendt, chiede alla giustizia "pene esemplari" per i piromani colti sul fatto, mentre i socialdemocratici parlano di "anticamera del terrorismo", poiché "anche la Rote Armee Fraktion (Raf, il gruppo di estrema sinistra che negli anni '70 impazzò in Germania) cominciò bruciando macchine".  Il criminologo Christian Pfeiffer, invece, sostiene che l'impennata dei roghi sia effettivamente legata ai disordini britannici: "E' l'onda lunga degli scontri di Londra".

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