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Al trofeo Tim la spunta l'Inter Ma a Gasp servono dei rinforzi

Calcio estivo, triangolare di lusso. Il derby ai nerazzurri, che con la Juve vincono ai rigori. Bene il tandem Vucinic-Vidal

Andrea Tempestini
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Calcio d'estate? Non più. Il Trofeo Tim, collocato nel calendario a dieci giorni dall'inizio della serie A, mai come negli ultimi anni ha  l'intenso profumo di prova generale, il sapore di una notte prima degli esami: quando ti accorgi che hai ancora da perfezionare, studiare. Quando, insomma, sai che di lì a pochissimo si farà sul serio, e il tempo per rimediare è davvero risicato. Il San Nicola di Bari è bello affollato,  degna cornice per la triplice sfida Milan-Inter-Juve, un derbyssimo d'Italia che, a distanza, potrebbe caratterizzare l'intera annata. BUONA LA PRIMA Proprio per la formazione di Conte l'attesa era maggiore, vuoi per quel 4-2-4 tutto da vedere,  vuoi per la mezza squadra nuova.  E i neo-arrivati firmano subito il vantaggio: ad andare in gol all' 8' è Vucinic, già integrato alla grande, pericoloso due volte in avvio e poi letale quando sul filo dell'off-side trasforma in oro un assist fantastico di Pirlo. Se non sono questi  i top player... E l'Inter sta a guardare. Senza Eto'o, Gasp reinventa l'attacco, si fida ancora di Obi e lancia Jonathan (sarà all'altezza di Maicon?), però la partenza è da diesel, i movimenti difensivi ancora farraginosi; la sveglia la suona Ranocchia, che insacca il pari di testa su corner, al 16'. La Juve gioca tanto in verticale (ma serve un esterno sinistro di spessore), l'Inter invece fraseggia lenta. L'impressione è che manchino uomini freschi, di gambe, fosforo e fiuto per il gol (Pandev ha ormai detto tutto). Fonti vicine a Gasperini riferiscono che il mister, scontentissimo, stia insistendo molto con Moratti per avere rinforzi. Forse teme di fare la fine di Benitez. Oggi, intanto, dovrebbe essere il giorno di Forlan (ieri non ha giocato in E-League). Si chiude ai rigori, Ranocchia fa traversa-gol, Barzagli solo traversa, ma per Conte in questo caso il risultato negativo è solo un dettaglio. Il secondo match, con il Milan, porta per la Juve le conferme di Storari (Buffon non impiegato ma ok), Pirlo, Vucinic e il buon esordio di Ziegler sulla sinistra. Bene anche Vidal (usato da centrocampista, esterno e seconda punta), non al top ma in gol per il pari al 20', grazie a una papera di Roma, che però sul finale gli nega due volte (complice la traversa) il raddoppio. Benissimo Matri, match-winner con una spizzata al 46'. GIOVANI ALLEGRI Molte le seconde linee in campo nel Milan, per Allegri utili esperimenti come il baby De Sciglio esterno destro, l'irruento Taiwo a sinistra e Simone Ganz (17enne, stessa scaltrezza di  papà Maurizio) in attacco. Ancora una volta a referto Antonio Cassano, autore del temporaneo 1-0  rossonero al 13', rete da vero attaccante e prova sostanziosa che lo tengono in corsa per quella maglia da titolare che dieci giorni fa sembrava un miraggio. Anche nel derby, terza mini-partita, il mister toscano studia nuove soluzioni, mettendo dentro le terze (anche quarte) scelte, come Emanuelson e Fossati a centrocampo, Kingsley Boateng davanti. Cosa vuol dire? Che dopo l'infortunio di Ibra a Malmoe, Allegri se ne infischia e non rischia più niente. Conosce bene le sue carte, se le tiene per le mani importanti. Musica opposta per Gasperini, che mescola ancora di più ricorrendo a Faraoni, Castaignos e Alvarez larghi (i quali lo fanno infuriare), e Milito punta centrale (traversa su punizione e gol di classe dei suoi, imbeccato da Cambiasso). La vittoria del Trofeo Tim conta giusto per il prestigio, Gasp torna ad Appiano con la consapevolezza che l'Inter che dovrà lanciare l'assalto ai cugini non potrà essere soltanto un mix fra le due viste ieri. C'è molta strada da fare e nuovi compagni di viaggio da arruolare. di Tommaso Lorenzini

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