Follia di Mourinho l'accecatore Si è trasformato nel Pirl-One?
José mette un dito nell'occhio al vice di Pep Guardiola. Spana infuriata. Lo 'Special One' ha subito una mutazione? / Sondaggio
Attenzione, l'ipotesi è suggestiva e clamorosa. Ma anche - sicuramente - blasfema per i comprensibilmente abbagliati e teneri tifosi interisti i quali, dopo anni di prese per il culo, sono tornati, due stagioni fa, a vincere tutto con bravura e merito (facciamo finta di dimenticarci l'arbitraggio di Inter-Barcellona in Champions...). Olè, anzi triplo ole - come da triplete - in loro onore. Eccola, l'ipotesi. E se Josè Mourinho detto Mou, in barba a quanto ci predicò in quella sua storica conferenza stampa di presentazione sulla panchina nerazzurra, fosse per davvero un po' un pirla? O, quantomeno, lo stesse diventando? (Voi che cosa ne pensate? Partecipate al nostro sondaggio). Gli argomenti per sterzare bruscamente su questa affascinante teoria non c'è nemmeno bisogno di cercarseli con fatica. No, ce li regala lui, il meraviglioso tecnico portoghese, ogni tot partite (e tot sconfitte) con comportamenti affascinanti e addirittura furbacchioni se guardati con occhio superficiale, ma clamorosamente deludenti e discutibili se analizzati con un attimo di calma (e distacco da non tifoso). Prendiamo l'ultima follia, due sere fa, sfida Supercoppa di Spagna contro il Barcellona, gol del 3-2 di Messi (decisivo per la conquista del trofeo) per i blaugrana, entrata killer di Marcelo su Fabregas, rissa, espulsioni di Ozil e Villa, pim pum pam e Mourinho, da dietro tutti, si avvicina con passo da Pantera Rosa alle spalle di Tito Villanova (che poi, in conferenza stampa, chiamerà Pito storpiandogli il nome: gag strafottente che fece anche in Italia e che non fa ridere proprio nessuno), l'allenatore in seconda di Guardiola - tuc - da dietro gli schiaccia l'occhio (non come modo di dire, ma realmente con il dito) e se ne va facendo finta di niente. Sì, da vigliacco. Perché dallo Special One geniale motivatore e fuoriclasse nel gestire i giocatori, dallo Special One modesto tecnico (tatticamente) ma vincente come pochi, dallo Special One provocatore raffinato e imprevedibile, ti saresti aspettato qualcosa di furbo o almeno coraggioso. Non questo. Anche se capisci che l'ha fatto per deviare l'attenzione (questa di tattica gli esce sempre bene: quando perde combina qualcosa di clamoroso così si parla d'altro e non del suo ko), che l'ha fatto perché la sfida con il Barca è sentitissima e lui ama caricare il proprio ambiente al limite e poi diventare l'eroe positivo o anche negativo (basta che di eroe si tratti), anche se capisci che forse è un po' frustrato perché con il Real non riesce a ripetere quanto fatto con l'Inter e la colpa è soprattutto dei giocatori. Non basta tutto questo. No, ormai la sensazione è che Mou sia, come dire, allo sbando, che giochi a provocare senza più prendersi responsabilità, che sia travolto da se stesso e paghi le sue scelte - quelle sì - da paraculo. Un esempio? Mou dove è stato ha vinto (giù il cappello), ma poi se ne è andato sul più bello da furbetto, senza prendersi la responsabilità di aprire un ciclo. Ha salutato e ha scelto, in altre nazioni, il club più ricco e meno vincente del momento per riprovare lo stesso giochino, sapendo che avrebbe avuto tutto da guadagnare (soldi e stima) e che sarebbe stato rimpianto dai vecchi tifosi (solitamente lascia al tecnico che lo sostituisce giocatori spremuti e un ambiente saturo: praticamente impossibile continuare a trionfare). Gli è andata bene al Chelsea. Gli è andata bene all'Inter. Ora, però, gli sta andando meno bene al Real. E forse proprio questo lo rende nervoso e poco credibile. Discutibile (dopo il fattaccio è stato massacrato da tutti. Piquè: «Mourinho sta distruggendo il calcio spagnolo». Carles Vilarrubi, vicepresidente del Barca: «È una maledizione per il calcio spagnolo»). A volte addirittura più antipatico del solito (impresona). E così l'ipotesi - suggestiva e clamorosa - viene avanti da sè. E se Mou stesse diventando un po' pirla? di Alessandro Dell'Orto