Calderoli bastona i calciatori: "Proteste? Supertassa doppia"
Il ministro: "Minacciano ritorsioni? Proporrò aliquota doppia, come per politici". Replica Aic: "Stupidaggini. C'è chi guadagna poco"
Roberto Calderoli prende la mira: sotto tiro ci finiscono i 'signorini' del calcio. "Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsioni, proporrò che come ai politici, anche ai calciatori, venga raddoppiata l'aliquota del contributo di solidarietà". Così il ministro della Semplificazione Normativa, intervenuto sull'ipotesi sempre più concreta di uno sciopero dei calciatori. Galliani: "Pagano loro" - La mobilitazione dei giocatori di Serie A veniva inizialmente ipotizzata per questioni contrattuali. Ma ora le carte in tavola sono cambiate. I calciaotri, infatti, chiedano che siano le società a pagare l'evenutale 'contributo di solidarietà' - la supertassa - che è prevista nella manovra aggiuntiva varata dal Consiglio dei Ministri. La questione verrà dibattuta in un'assemblea di Serie A il prossimo venerdì, e intanto Adriano Galliani, ad del Milan, è stato chiaro: "La pagano loro. Scioperino anche per tutta la vita". "Sono la casta dei viziati" - E al fianco dell'amministratore delegato dei rossoneri è sceso in campo con fermezza anche Calderoli. "I calciatori fanno i capricci. Non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà, ma se c'è qualcuno che dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori che rappresentano la casta dei viziati", ha aggiunto il leghista. Non è la prima volta, in verità, che Calderoli stuzzica i calciatori: soltanto lo scorso anno propose una riduzione degli stipendi tramite l'introduzione di un tetto salariale, e la rinuncia ai premi in caso di vittoria del mondiale sudafricano. Uckmar: "Vedere come è formulata legge" - Sulla querelle è interventuo anche il fiscalista Victor Uckmar, a capo della Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) dal 1993 al 2011. "Bisognerà vedere come sarà formulata la legge, ma se i giocatori pagassero sarebbe un segnale positivo a prescindere. Ho visto alcuni titoli sui giornali - ha proseguito -: nessuno vuole pagare. Se si trattasse di un contributo autonomo - ha aggiunto - sarebbe coperto dal contratto stipulato tra calciatore e società. Se, invece, si trattasse di un'aggiunta di aliquota all'Irpef, saremmo nel regime dell'Irpef", ovverso l'obbligo di pagare graverebbe sui club. Aic: "Noi viziati? Stupidaggini" - La replica dei calciatori a Calderoli è arrivata dal vicepresidente dell'Aic, Leo Grosso. "I calciatori una casta di viziati? Con tutto il rispetto per il ministro, sono stupidaggini". L'esponente dell'Assocalciatori ha sottolineato che "è facile speculare sui giocatori e i loro stipendi, ma bisogna ricordare che per alcuni che guadagnano molto, tanti hanno introiti modesti e spesso non certi". Su chi debba pagare il contributo di solidarietà Grosso non ha dubbi: Intanto dico che i calciatori sono lavoratori subordinati e devono rispettare le stesse regole. Se nel contratto c'è scritto che i compensi sono calcolati al netto, il contributo va pagato dalla società Se invece sono calcolati al lordo, spetta al giocatore". Il problema, insomma, va affrontato caso per caso "e con molto pragmatismo". Qualche esempio - Certo, è piuttosto indigesto il 'grido di dolore' che si è levato dalla casta dei calciatori in questi giorni. Ma, a onor del vero, il contributo di solidarietà che dovrebbero sborsare non corrisponde certo a noccioline (ovviamente, è parametrato agli ingaggi stellari percepiti dagli assi del pallone). Così, per pescare quattro esempi emblematici, Francesco Totti dovrebbe pagare 400mila euro di supertassa (ha un reddito lordo pari a 8,6 milioni l'anno, 4,9 netti). Zlatan Ibarhimovic dovrebbe sborsare il doppio, 800mila euro (reddito lordo 15,8 milioni, pari a un netto di 9 milioni annui). Sfida tra i pali tra Julio Cesar e Gianluigi Buffon: 'vince' il numero uno della nazionale, costretto a un contributo di 530mila euro (l'estremo difensore dell'Inter, invece, dovrebbe versare al pari di Totti 400mila euro).