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"Bossi e Giulio mi han fregato" Sospetti: c'è un patto segreto?

Berlusconi: il ministro dell'Economia ha un patto segreto con il Senatùr. Per questo non hanno toccato le pensioni...

Andrea Tempestini
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Di quei due non si fida affatto. Quei due - è il fastidiosissimo sospetto di Silvio Berlusconi - «mi hanno fregato». La coppia in questione è nota. Trattasi di Giulio Tremonti e Umberto Bossi. Saranno insieme in Cadore nei prossimi giorni: il 18 agosto è il compleanno del ministro dell'Economia e a lui piace festeggiarlo in compagnia del Senatur e del collega Calderoli. Domanda: ma Giulio non aveva litigato con i leghisti? Acqua passata, pare. Bossi non era stato tenero con il superministro («Fumoso» nel suo intervento alla Camera e «non convincente» sul taglio alle pensioni di anzianità). Ma tutto questo succedeva giovedì. Poi Tremonti ha avuto un vis-à-vis con i padani e tutto si è accomodato. Adesso Giulio e Umberto, dopo settimane di tensioni, sono di nuovo pappa e ciccia. Ma come può essere possibile? Il sospetto del presidente del Consiglio è questo qui: che Tremonti, pur di ricostituire l'asse con la Lega Nord (adesso come adesso lo sponsor Lumbard gli è vitale per la permanenza a via XX Settembre), ha modificato il decreto legge approvato venerdì secondo i desideri del Carroccio. Uno in particolare: salvare le pensioni di anzianità dei lavoratori del Nord. Non solo: Giulio avrebbe “dimenticato” di comunicare le novità inserite all'ultimo momento nella manovra. Ed erano aspetti non secondari. Esempio: ancora venerdì sera Silvio era convinto che il contributo di solidarietà avesse durata biennale e l'ha detto anche in conferenza stampa. Sabato l'amara scoperta: l'eurotassa durerà tre anni e partirà da subito. La lampadina si accende: dunque la rigidità di Tremonti nel difendere quel testo serviva per blindare il patto segreto con Bossi? Berlusconi ne ha chiesto conto al diretto interessato (sabato hanno pranzato insieme) ed era parecchio fuori dai gangheri. Poi, «per carità di Patria», l'entourage ha fatto circolare la notizia dell'armistizio raggiunto e Silvio è partito, destinazione Sardegna, per fare un po' sbollire la rabbia: «Ma non finisce qui», è la promessa. La minaccia. Il premier ha incassato il plauso della Banca centrale europea (e quello di Nicolas Sarkozy, sentito al telefono nel pomeriggio) per l'incisività e i tempi di reazione del governo italiano. E domani attende notizie positive pure da Piazza Affari. Ma la sfida intergovernativa (Berlusconi e i ministri azzurri da un lato, Tremonti e la Lega dall'altro) è appena cominciata: «Prepariamo gli emendamenti», il compito per le vacanze lasciato ai suoi, «in Parlamento daremo una sterzata a questa manovra», perché così com'è uscita dalla penna del ministro dell'Economia è «indigeribile». Nel frattempo il Cavaliere prova a godersi l'ultimo scampolo di vacanza, cercando di non pensarci. A Villa Certosa non ci sono più le figlie del premier (Marina, Eleonora e Barbara stanno proseguendo altrove le rispettive ferie), sicché Silvio trascorrerà il Ferragosto con un po' di amici invitati nella sua sterminata tenuta di Porto Rotondo. A fine settimana il premier rientrerà a Milano per il trofeo Berlusconi, poi si ricomincia con la politica. Già intorno al 25 agosto dovrebbe essere fissato un nuovo consiglio dei ministri.  di Salvatore Dama

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