Riottosi E nel partito la fronda si allarga: contro il 'Superministro' ora sono in nove
Lettera degli onorevoli del Pdl: "Presenteremo degli emendamenti per rispetto della parola data agli elettori"
Erano partiti in quattro e sono diventati nove. Sono i parlamentari del Pdl che si rivoltano contro Giulio Tremonti (che nella conferenza stampa-show di sabato, forse, cercava di esorcizzare la tensione) e animano la fronda del partito che si ribella alla manovra varata dal Consiglio dei Ministri. I firmatari della lettera che critica le decisioni del Superministro si moltiplicano: a Guido Crosetto, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Lucio Malan ora si aggiungono Antonio Martino, Giuseppe Moles, Giancarlo Mazzucca, Santo Versace, Alessio Bonciani e Deborah Bergamini. Il messaggio è semplice: "Non abbiamo sbagliato nel giudicare deludente l'intervento del ministro dell'Economia". "Privatizzare i servizi" - "Il decreto legge presentato dal governo - proseguono i nove - è poco convincente per due ragioni fondamentali: non affronta seriamente i problemi strutturali che hanno portato la spesa pubblica al 52% del Pil e il debito pubblico a dimensioni insostenibili; e aumenta le tasse sul reddito già troppo elevate. Il presidente del Consiglio - prosegue il comunicato - il leader politico che per primo ha proposto un coerente programma liberale, sostiene, a ragione, di avere il cuore che gronda di sangue. Eppure non è affatto impossibile almeno emendare il decreto per rafforzare e rendere più certe le misure riformatrici, come ad esempio quelle relative alla privatizzazione dei servizi locali, ed evitare un per niente inevitabile aumento delle tasse". "Presenteremo emendamenti" - "Per rispetto della parola data agli elettori, per rispetto delle nostre convinzioni, per la certezza data dall'esperienza che più tasse vogliono dire meno lavoro e meno sviluppo, abbiamo deciso - si conclude la missiva - di presentare una serie di emendamenti che sostituiscano le maggiori tasse con migliori riforme, che riducano l'impatto depressivo sull'economia, che riducano la spesa pubblica in rapporto al Pil. Le nostre saranno proposte concrete, misurabili e diverse tra loro, di modo che il Parlamento possa discutere e scegliere quelle che riterrà migliori".