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Formigoni ai sindaci leghisti: "Federalismo? E' già morto"

Dura replica degli Enti locali alle proposte del governo. Governatore: "Manovra iniqua" Replica Calderoli: "Sbaglia completamente"

Andrea Tempestini
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Gli Enti locali, rappresentati da Roberto Formigoni, hanno accolto con rabbia il pacchetto di proposte anti-crisi. Lapidario il commento del governatore della Lombardia: "Il federalismo fiscale non esiste più è morto. Ulteriori tagli alle Regioni comportano ulteriori, pesanti, sacrifici per le amministrazioni e cittadini amministrati". Formigoni è andato a pungere nel vivo i sindaci del Carroccio, e alla sua dichiarazione sono seguite le repliche degli stati maggiori della Lega (ovvero Bossi e Calderoli) "Manovra iniqua" - Con queste parole Formigoni ha esposto il punto di vista delle Regioni, sottolineando che le stesse "sono pronte a fare per intero la propria parte, in un momento complicato nella vita del Paese. Non ci siamo mai rifiutati ma - ha sottolineato - lavoreremo perchè i provvedimenti siano equi e equamente distribuiti". Quindi Formigoni ha ricordato che "questa è la terza manovra in 12 mesi, è l'ultima ha scaricato già un peso abnorme sulle Regioni: il peso di quella di luglio 2011 è del 50 per cento sulle Regioni che pesano solo per il 16 per cento sulla spesa totale. E' evidente - ha rimarcato - il pesantissimo effetto distorsivo a danno delle Regioni". Il Governatore ha poi spiegato illustrato le richieste avanzate: "Abbiamo chiesto conferma dell'impegno del governo al tavolo 31 agosto, che già ci avevano garantito Fazio e Fitto", ossia togliere il ticket "compensato da una maggiore accisa sui tabacchi. La mia proposta - ha proseguito - è che, nel momento in cui anche in Germania si riflette sull'accorpamento di alcuni Lander, credo che anche in Italia si debba ragionare su processo analogo: Regioni più grandi con più poteri". Il Lazio, per bocca dell'assesore al Bilancio, Stefano Cetica, si è comunque detto contrario alla proposta. La replica Bossi-Calderoli - La replica leghista alle parole di Formigoni è arrivata con Roberto Calderoli: "Mi spiace dissentire profondamente dal giudizio espresso dal presidente Formigoni in relazione al federalismo. Sbaglia completamente - ha aggiunto -, tenuto conto che Comuni e Province hanno fortemente richiesto, all'incontro che abbiamo avuto oggi con loro, tavolo a cui peraltro partecipava lo stesso Formigoni, un'anticipazione al primo gennaio 2012 dell'attuazione completa del Federalismo comunale e provinciale. La suddetta richiesta di anticipo da parte di Comuni e Province certifica che il Federalismo, per gli enti locali, rappresenta l'unico strumento tramite cui superare l'attuale crisi. Il Governo ha dato disponibilità alle richieste in tal senso di Comuni e Province e se anche le Regioni lo vorranno confermiamo la stessa analoga disponibilità anche nei loro confronti". Anche il leader della Laga non ha fatto attendere il suo commento, in linea con il pensiero espresso da Calderoli. Umberto Bossi ha sostenut  che gli enti locali non debbano essere eccessivamente preoccupati dai possibili tagli contenuti nella manovra: "Non è esattamente come sembra, non devono avere il terrore, ieri sera abbiamo trovato la via per moderare". E alla domanda sul perché Formigoni sostenga che con la manovra si cancelli il federalismo fiscale, il Sènatur ha tagliato corto: "Ma no, ma no, la raccontano male, sono cattivi". Comuni e Province - Dura anche la reazione di Comuni e Province. I primi, tramite il vicepresidente dell'Anci, Graziano Delrio, hanno bollato la manovra come "iniqua e completamente inaccettabile. Ci siamo seduti a questo tavolo con l'aspettativa di una revisione seria delle manovre precedenti - ha proseguito -. Ma ai comuni vengono tagliati altri 1,7 miliardi. Ci aspettavamo di poterci sedere per rivedere il Patto di Stabilità. Siamo di fronte all'ennesima operazione chirurgica. Il ministro Tremonti, come un chirurgo al tavolo operatorio, preleva fegato e intestino al malato, ma non lo guarisce". Stesso discorso quello fatto dalle Province. Il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, ha spiegato che la manovra "è iniqua e incide sul percorso di federalismo fiscale e non guarda alla ripresa. Il nostro giudizio su una manovra assolutamente depressiva è completamente negativo".

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