Sorprendenti Anche Italo difende il premier: "Tremonti il falco. Vuole affondare governo"
Prove tecniche di riavvicinamento. Anche Bocchino si schiera con Berlusconi e critica Giulio. Poi però critica il governo
Sulle pagine di Libero si è cominciato, da qualche giorno, a parlare di un riavvicinamento tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, i due protagonisti del grande strappo. Secondo quanto si è scoperto, ci sarebbe stato un incontro tra i due, e a breve potrebbe esserci una nuova cena. Obiettivo: ricostruire un fronte comune. Un ruolo chiave in questo tentativo di dialogo lo avrebbe avuto il neosegretario del Pdl, Angelino Alfano. Così continuano arrivare segnali di distensione. Uno ha del clamoroso: il pasdaran Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà ed alfiere della lotta al "berlusconismo", scende in campo in difesa del Cavaliere. Difendere Berlusconi da chi? Dagli attacchi di Giulio Tremonti. "Asse Bossi-Tremonti" - "O dimostra grande debolezza o c'è un disegno con la Lega per far saltare il banco", inquadra a modo suo la situazione Bocchino, intervistato dal quotidiano La Stampa. Secondo Italo, "Tremonti vuol portare la situazione a un punto tale per cui Berlusconi sia costretto a dimettersi (voci in realtà fugate da Umberto Bossi, ndr). Altrimenti - prosegue - non si spiega perché abbia rotto in modo così sprezzante. Il falco - ha sparato ad alzo zero - oggi (ieri, giovedì, ndr) è stato Tremonti, che non vuole un dialogo costruttivo in Parlamento e vuole la golden share del governo. Ha avuto il ruolo di sabotatore del dialogo". "Deluso dal discorso" - Poi Bocchino entra nel merito del discorso pronunciato givoedì dal titolare di via XX Settembre, e si accoda alla lunga fila dei delusi: "Il suo discorso ha disatteso le aspettative. La nostra sensazione è che voglia fare interventi una tantum, o aumentare le tasse". Poi il vicepresidente di Fli torna sulla posizione del Terzo Polo: "Noi riteniamo che questo governo produca problemi al Paese. Se Berlusconi se ne andasse, le Borse recupererebbero 10 punti e gli spread migliorerebbero. Ma prendiamo atto del fatto che lui (Berlusconi, ndr) non se ne va".