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Altra batosta per Woodcock: "P4, su Adinolfi incompetente"

La Corte di Cassazione trasferisce l'inchiesta alla procura di Roma. Il pm prezzemolino e Curcio incompetenti sulla fuga di notizie

Andrea Tempestini
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La Corte di Cassazione ha disposto il trasferimento alla Procura di Roma della parte dell'inchiesta sulla cosiddetta cricca P4 che riguarda il generale della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi. I giudici hanno accolto il ricorso del professor Enzo Musco e hanno ritenuto che i pubblici ministeri Henry John Woodcock e Francesco Curcio non siano competenti a indagare sulla presunta fuga di notizie che avrebbe consentito a Luigi Bisignani di conoscere in anticipo le mosse dei magistrati. Il provvedimento - Nelle due pagine di provvedimento con cui viene accolto il ricorso del generale Adinolfi, la competenza ad indagare è riconosciuta nel "Tribunale di Roma". Lo scrive il sostituto procuratore generale della Cassazione Francesco Mauro Iacoviello. "Nel caso in esame, secondo la prospettazione dell'accusa - scrive la Cassazione - l'Adinolfi confidò al Marra le notizie di ufficio perché a sua volta le rivelasse al Bisignani. Pertanto, la condotta tipica del favoreggiamento è stata commessa a Roma nell'atto di trasmettere le informazioni riservate al Bisignani". Dunque, prosegue il sostituto procuratore generale, "non si vede come il carattere concorsuale del reato possa in questo caso spostare la competenza". Soddisfazione della difesa - L'avvocato Enzo Musco, che assiste il generale Adinolfi è soddisfatto: "E' una vittoria importante - commenta -. La Cassazione ha riconosciuto che noi eravamo nel giusto e che la procura di Napoli era incompetente. E ora vedremo che succederà per quanto riguarda Papa". Poi aggiunge: "Tengo peraltro a sottolineare che, pur sapendo perfettamente e dal primo minuto che i magistrati napoletani erano incompetenti, visto che il fatto, anzi il presunto fatto contestato ad Adinolfi è stato commesso a Roma, abbiamo voluto ugualmente sostenere l'interrogatorio davanti a loro, per dimostrare che non abbiamo nulla da nascondere". Affinchè la procura capitolina possa verificare la fondatezza dell'accusa, spiega il legale Musco "i pm napoletani devono mandare tutti  gli atti qui a Roma. I tempi dovrebbero essere spediti, ci aspettiamo che tutto avvenga prima della scadenza del periodo feriale".

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