Vasco: "Ho una macchia nera, mi rivoltano come un calzino"
Il rocker parla con il 'Corriere': "Non sembra però un tumore. Ora voglio cambiare regole del rock, voglio essere libero di parlare"
Dopo giorni trascorsi a girare clippini, a postare messaggi, lettere e canzoni per i fan della rete il rocker di Zocca torna a farsi sentire. Questa volta però sceglie un canale diverso, se vogliamo più tradizionale: una telefonata un po' informale, un po' no a Fegiz del Corriere della Sera. Ne viene fuori una chiacchierata fiume col giornalista: Vasco Rossi si racconta, spiega la sua svolta e parla a ruota libera di salute, musica, dolori psichici e fisici. Senza glissare sulla polemica con Ligabue. Una macchia nera - "Da 15 giorni mi stanno rivoltando come un calzino", annuncia il rocker di Zocca. Questa volta non si tratta di ossa rotte, ma di una "una macchia nera che non pare un tumore. Dolori terribili fra le scapole". Una condizione, questa, che non lo tira fuori dai giochi. "Mentre me ne sto tranquillo un po' sdraiato e un po' no - spiega - , voglio cambiare le regole del gioco nel mondo del rock: voglio essere libero di parlare di cantare di suonare di volare. Chiudere una carriera. Aprirne un'altra". Voglia di provocare - "Sono cambiati i modi i tempi. Voglio mettere canzoni in Rete quando ne ho voglia, provocare, creare. Sparigliare. Eccomi qua, prigioniero di una struttura di spettacolo talmente grande che entra solo in pochissimi stadi italiani". E gli antidepressivi? "Ho smesso con le droghe nel 1986 e da allora sono andato avanti con gli psicofarmaci. Se smetto ho una strana sensazione di vuoto". Il mal di vivere - "La gente deve capire che anch'io ho dei problemi. Io pensavo di morire tanto tempo fa. Che senso aveva vivere svegliandosi ogni mattina (o pomeriggio) e dire: cosa ci sto a fare in questo mondo? Ecco anche adesso io mi sveglio la mattina e mi devo ricostruire ogni volta. E mi ripeto che è il prezzo da pagare per la mia creatività e che lo devo pagare volentieri. forse la mia non è depressione ma mal di vivere". Ligabue - "Cerchiamo di non essere ipocriti - ha detto il rocker - . Io non sopporto il signorile silenzio di Ligabue che avalla l'idea che fra noi ci sia una competizione, una gara. Evidentemente lui crede davvero di poter competere con me. Dovrebbe invece dire apertamente e onestamente che in realtà abbiamo strade diverse".