Stile-Avvocato e cuore tifoso: Andrea ha le idee ben chiare
Ritratto del 'giovin signore', l'Agnelli che prova a far risorgere la Juve da Calciopoli. Nel mirino ci mette l'Inter e Moratti
Madre “ultrà” juventina, Allegra Caracciolo, e zia interistissima, Violante, l'indimenticabile moglie dell'ex vicepresidente nerazzurro Giammaria Visconti di Modrone scomparsa pochi anni fa, Andrea è l'ultimo degli Agnelli di calcio. Già diciassette anni or sono quando cominciò la stagione umbertina del club - e suo padre si affidò a Antonio Giraudo e Luciano Moggi - veniva indicato, non ancora ventenne, come l'unico della Sacra Famiglia realmente appassionato e presente, mamma a parte naturalmente - proprio Giraudo può essere considerato una sorta di zio acquisito all'ombra del quale ha anche maturato esperienze londinesi (settore immobiliare e marketing). Il curriculum di Andrea, che ne compie 36 il 6 dicembre, è sposato e padre di Baia, non ce l'ha nemmeno Obama: studi tra il St. Clare's International College di Oxford e la Bocconi, e passaggi formativo-lavorativi in Piaggio, Auchan, Ferrari, Philip Morris International (dalla Svizzera non sarebbe mai rientrato: fu il padre a richiamarlo alla base), Fiat e holding finanziarie quali Ifil, Ifi (poi Exor) e Lamse SpA. Discreto golfista, e per questo amministratore delegato dei Roveri a Torino e consigliere della federgolf, Andrea è diventato presidente della Juventus poco più di un anno fa, il 19 maggio 2010, e ha subito cambiato registro, toni e uomini, rinnegando palesemente il passato più recente: per dirne una, Jean Claude Blanc aveva bloccato Rafa Benitez e lui, Andrea, ha fatto saltare l'accordo pagando la penale per portare a Torino Gigi Delneri - non fu Marotta il responsabile. Andrea rappresenta in pratica l'ideale linea di continuità con la Juve pre-scandalo: non a caso tra esposti, conferenze stampa e battute al vetriolo nei confronti degli “onesti” (la conoscenza con Moratti è di vecchia data) ha cominciato a parlare alla pancia della tifoseria per tentare di restituire la dignità perduta a quella lunga e fortunata, almeno sul campo, stagione bianconera ottenendo consensi illimitati. Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo serio, molto riflessivo e intelligente (del padre ha preso soprattutto la riservatezza) e quasi si sorprende nel ritrovarlo “troppo spesso” in prima linea in quella che viene ormai considerata una battaglia personale. È ancora condizionato dall'amicizia con Giraudo il suggeritore occulto, sostengono i più maliziosi: probabilmente qualcosa di vero all'inizio c'è stato, ma l'ostinazione con cui Andrea, assistito in particolare dall'avvocato Briamonte - considerato il “nemico numero 1” dell'Assocalciatori nella querelle relativa al rinnovo del contratto collettivo - persegue l'obiettivo della revoca dello scudetto 2006 induce a pensare che stia operando in totale autonomia. di Ivan Zazzaroni