Roma, la minaccia dei benzinai dopo l'uccisione del collega
Pronti allo sciopero per ottenere il diritto di lavorare in sicurezza. La Figisc: "Siamo diventati i luoghi più appetibili per i criminali"
Vogliono più sicurezza e una ristrutturazione del sistema dei distributori di carburante, perchè ciò che è successo martedì 9 agosto non sia "una parentesi di cronaca ma un fatto che faccia riflettere" su un sistema che non funziona. Per questo i benzinai della capitale - dopo l'uccisione di un loro collega durante una rapina al distributore Erg sulla via Aurelia - sono pronti a scioperare per fare ascoltare le loro ragioni e far valere il diritto di lavorare in sicurezza. Più sicurezza - In una nota, il presidente della Figisc di Roma e provincia (Federazione italiana gestori impianti stradali carburante), aderente a Confcommercio, Maurizio Micheli spiega: "Non è più possibile rimandare, infatti, ciò che noi gestori chiediamo da tempo: ossia una ristrutturazione delle pompe di benzina. Non possiamo più tollerare che un tragico avvenimento, come quello accaduto ieri, resti solamente un fatto di cronaca. Le istituzioni e le compagnie petrolifere devono farsi carico del problema dotando gli impianti di sistema di sicurezza come telecamere e box blindati. Siamo stanchi di questa situazione più volte denunciata e mai ascoltata. Ecco perchè siamo pronti a indire uno sciopero per rivendicare il nostro diritto a lavorare in sicurezza". Solo promesse e soldi allo stato - "La cosa che ferisce di più - afferma Micheli - è che il gestore ucciso ieri è morto per difendere un incasso la maggior parte del quale va proprio allo Stato e alle compagnie petrolifere. Tutti si devono rendere conto che oramai siamo diventati i luoghi più appetibili per i criminali. Qui, infatti, la maggior parte degli incassi sono ancora in contanti e la sicurezza totalmente insufficiente. Più volte abbiamo fatto incontri con le banche e con il ministero interessato, per chiedere adeguamenti sui costi di transazione dei bancomat e delle carte di credito, ritenuti troppo elevati dalla nostra categoria. Riunioni terminate sempre con promesse a cui non si è mai dato seguito con i fatti". Forze dell'ordine - Micheli conclude chiedendo maggiori controlli da parta delle forze dell'ordine "alle quali chiediamo un maggior controllo del territorio soprattutto negli orari di chiusura degli impianti. Nelle periferie ci sono gestori che lavorano nel terrore di ciò che potrebbe accadergli. Non è più possibile che onesti lavorati rischino la propria vita per dei guadagni che alla fine sono davvero marginali. Il fatto tragico di ieri non può e soprattutto non deve più accadere".