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Le Asl hanno 22mila auto blu: un parco che costa 290 milioni

Il quadro emerge dal monitoraggio voluto dal ministro Brunetta: "Ora individuare un piano di risparmio e delle misure efficaci"

Andrea Tempestini
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Anche la sanità, quando viaggia su quattro ruote, si tinge di blu. Le aziende sanitarie, come tutte le amministrazioni pubbliche del nostro Paese, hanno infatti il loro nutrito parco auto a disposizione dei propri dirigenti: oltre 22 mila vetture tra blu (a disposizione di presidenti, dirigenti, etc.) e grigie (a disposizione degli uffici). Un garage dalle dimensioni inaudite che costa caro alle casse dello Stato: tra autisti, altro personale e spese di gestione delle auto si sfiorano i 290 milioni di euro l'anno. E' il quadro che emerge dal secondo monitoraggio sul parco auto della pubblica amministrazione voluto dal ministro Renato Brunetta e realizzato dal Formez PA, che ha coinvolto anche il 72% delle amministrazioni pubbliche della sanità, tra Asl e aziende ospedaliere. I numeri dell'indagine - L'indagine - a cui hanno preso parte 214 Asl su 284 interpellate  - suddivide le vetture in tre categorie: 'blublu', blu e grigie. Le prime sono di rappresentanza e vengono assegnate, tra gli altri, ai vertici istituzionali degli enti pubblici centrali e locali; le seconde sono le auto utilizzate dai dirigenti delle aziende, mentre quelle grigie sono le auto a disposizione degli uffici. Secondo i numeri del ministero - che parla espressamente di "dati stimati" - al 31 dicembre 2010 il parco auto delle Asl risulta composto da 821 auto tra blublu e blu e 21.652 vetture grigie. Per un totale di 22.473 auto. A guidarle sono 2.305 autisti, che costano allo Stato circa 104 milioni di euro l'anno. Ma considerando anche il personale dedicato alla gestione del parco auto - altri 2.919 dipendenti - la spesa supera i 185 milioni di euro. E non è finita, perché mantenere una vettura, anche ferma in garage, come sappiamo costa caro. Tra bollo, assicurazione, piccoli e grandi manutenzioni, un'auto blu arriva a  costare circa 10 mila euro l'anno e una grigia oltre 4 mila. Per un totale di 102,6 milioni, che sommati ai 185,4 milioni di euro di spesi per il personale porta a un esborso complessivo annuo di 288 milioni.   La replica della Fiaso - A respingere ogni sospetto di privilegio ci prova però il presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), Giovanni Monchiero: "Dire che per la sanità lo Stato spende 290 milioni l'anno per mantenere 22 mila auto blu, come se servissero a portare a spasso medici e dirigenti, è fare della demagogia fuorviante. Come sottolinea lo stesso rapporto, di queste oltre il 96% sono classificate come auto   grigie ed è bene si sappia che tra queste sono conteggiate anche le ambulanze. Per il resto si tratta di vetture al servizio di veterinari, medici e infermieri per l'assistenza domiciliare o le visite urgenti. Servizi alle persone e alla collettività, non privilegi". Per la precisione c'è da dire che il Formez, interpellato  sulla questione, fa sapere che "tra le auto grigie non ci sono affatto  le ambulanze".  Un salasso per lo Stato - Resta il fatto che acquistare o noleggiare, e poi mantenere un'auto blu è un bel salasso per l'amministrazione pubblica. Ed è un conto che i cittadini (i veri proprietari di queste vetture) sembrano - soprattutto in questo momento di crisi economica - non essere disposti più a pagare. Sarà per questo, forse, che diversi uffici ed  enti pubblici, anche della sanità, hanno deciso una stretta. Tra le amministrazioni pubbliche che tra il 2009 e il 2010 hanno  fatto registrare una consistente riduzione del parco auto, troviamo infatti anche diverse Asl. Nello specifico: l'Azienda ospedaliero-universitaria Gli esempi virtuosi - Il monitoraggio del Formez porta alla luce anche diversi esempi di gestione virtuosa di queste auto blu. E' il caso dell'Asl di Imola (Bologna), che nel 2010 ha acquistato vetture esclusivamente ecocompatibili e che, in riferimento  alla trasparenza sull'uso delle auto, fa tenere un registro nel quale l'utilizzatore è tenuto a indicare la data e orario (arrivo e partenza), la destinazione, il chilometraggio. Oppure è il caso dell'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze che si è dotata di 17 veicoli a trazione elettrica, di 7 auto e di 2 bus navetta alimentati a metano. Una scelta 'verde' che ha contribuito alla riduzione delle spese di carburante, migliorando la qualità dell'aria all'interno del presidio ospedaliero. Brunetta: "Ora misure efficaci" - Con questa indagine, che - è bene sottolinearlo - ha riguardato  tutti gli enti pubblici, non solo quelli della sanità, il ministro Brunetta - come scrive nella relazione inviata al Parlamento sullo stato della Pubblica amministrazione - intende "individuare delle misure efficaci per razionalizzare e ridurre la spesa perché è nettam la sensazione, nell'opinione pubblica e non solo, che nonostante tutte le misure assunte (o annunciate) nell'ultimo ventennio, i risultati ottenuti siano molto scarsi. Questa convinzione - ha spiegato il ministro -  è stata sicuramente accentuata dalla circostanza che, non esistendo dati aggiornati e attendibili in materia, le cosiddette 'auto blu' sono state considerate un ingiusto privilegio assegnato alla politica che pesa in maniera significativa sui bilanci delle pubbliche amministrazioni". "Chiarire le fonti" - Per il ministro, "negli ultimi anni sono stati diffusi attraverso organi di stampa e siti web dati sul parco autovetture di servizio - senza che ne fossero chiarite le fonti - che lo davano in progressiva crescita, fino a superare le 600 mila unità, con costi di  conseguenza elevatissimi. E' vero - continua Brunetta - che le autovetture di servizio rappresentano una spesa flessibile in quanto rispondono a esigenze che possono essere sia ridimensionate che soddisfatte con modalità diverse. Ma per definire un piano di risparmi più accurato e finalizzato di quelli delineati in passato, e di cui soprattutto sia possibile monitorare la realizzazione, è necessario conoscere natura e dimensioni del fenomeno".

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