Anonymous contro la Siria: colpito il portale della Difesa
La rete di hacker modifica l'homepage del sito del ministero: pubblicate le immagini delle violenze e un messaggio al popolo
La rete di hacker Anonymous è tornata a colpire. Questa volta nel mirino ci finisce il governo siriano. Il gruppo di pirati del web, ormai famoso per le numerose azioni dimostrative portate a compimento, ha preso di mira il sito del ministero della Difesa del Paese, modificandone la homepage e sostituendola con un messaggio rivolto al popolo in rivolta. Il messaggio alpopolo - Il comunicato caricato da Anonymous recitava: "Al popolo della Siria: il mondo è dalla vostra parte contro il brutale regime di Bashar Al-Assad. Sappiate che il tempo e la storia sono dalla vostra parte - i tiranni usano la violenza perché non hanno nient'altro, e più violenti sono, più fragili diventano. Noi salutiamo la vostra determinazione ad essere non violenti di fronte alla brutalità del regime, e ammiriamo la vostra volontà di perseguire la giustizia e non la vendetta. Tutti i tiranni cadranno, e grazie al vostro coraggio Bashar Al-Assad è il prossimo". Alle forze armate - Sul sito era poi apparso un messaggio rivolto alle forze armate: "Ai militari siriani: voi avete la responsabilità di proteggere la gente della Siria, e chiunque vi ordini di uccidere donne, bambini e anziani merita di essere condannato per alto tradimento. Nessun nemico esterno può fare tanti danni alla Siria come Bashar Al-Assad. Difendete il vostro paese - rivoltatevi contro il regime". Immagini della repressione - Infine, insieme al testo e al logo della rete Anonymous - per l'occasione 'aggiornato' con il tema della bandiera siriana - in testa alla pagina apparivano una serie di link a dei video in cui venivano mostrate immagini della repressione messa in atto da Assad. A piè di pagina, invece, i collegamenti ai siti dell'opposizione al regime. Ilprecedente - Quello sferrato da Anonymous, per il governo siriano non è stato il primo attacco dimostrativo da parte di gruppi hacker. Già lo scorso aprile il sito del Parlamento era stato bersagliato: anche in quel caso ne fu modificata l'hoempage, e comparse un banner contro il governo, oltre a un video in cui, anche in quell'occasione, veniva mostrata la violenta repressione.