I partiti non pagano il canone Un danno da 230 milioni
La denuncia del Codacons: le sedi dei movimenti evadono il balzello Rai. La Casta riesce a scroccare pure la tv pubblica
Anche la tv gratis. O meglio, senza pagare il canone. I partiti riescono a “scroccare” pure questo. Se si considera la lotta senza quartiere che proprio i partiti conducono per la lottizzazione di viale Mazzini, ci si aspetterebbe un minimo di coerenza... Invece, il Codacons ha scoperto che la maggior parte delle sedi di partito evade il canone. Sono in buona compagnia, come emerge chiaramente dall'inchiesta svolta in tutta Italia, condotta per capire cosa succeda realmente con la riscossione del canone Rai da parte dell'Agenzia delle Entrate e sull'evasione della tassa. Perciò l'associazione ha presentato proprio ieri un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia un esposto per verificare se nell'omissione di percezione dei canoni speciali sia ravvisabile il reato di omissione e abuso di atti di ufficio. Esposto inviato anche ai venti uffici regionali della Corte dei Conti, per verificare le eventualità responsabilità per danno all'Erario dei 230 milioni di euro all'anno di mancato incasso per la Rai. L'esposto è stato presentato anche alle procure regionali della Corte dei Conti. Ma il paradosso non si ferma qui. L'inchiesta dell'associazione nasce infatti dopo la drammatica segnalazione di un pensionato invalido e nullatenente di 73 anni, che abita in un isolato casolare della campagna laziale e che non vede neppure la televisione, il quale si è visto recapitare una comunicazione che intimava il pagamento del canone Rai. La domanda che ha spinto il Codacons a fare la sua ricerca è appunto la seguente: quanto spende l'Agenzia delle Entrate per “inseguire” un anziano ultrasettantenne che a breve verrà addirittura esentato dal pagamento della tassa, mentre migliaia e migliaia di strutture pubbliche evadono con regolarità il canone? Follie e contraddizioni della burocrazia nostrana. Infatti – come spiega il Codacons nella sua denuncia – è emerso che una miriade estesa di esercizi commerciali, strutture ricettive, circoli, associazioni private e persino istituti religiosi, non paga dunque il canone cosiddetto “speciale”. Nello specifico, il 96% di alberghi, residence, campeggi, ospedali, case di cura, uffici, negozi, navi di lusso, circoli, associazioni, locali pubblici, appunto sedi di partiti politici, studi professionali, mense aziendali, scuole e persino istituti religiosi, non paga il “canone speciale”, che a seconda delle categorie varia da 6.603,22 euro a 198,11 euro. Secondo il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, trattandosi di strutture pubbliche, l'accertamento a opera dell'Agenzia delle Entrate «potrebbe essere eseguito con facilità recandosi direttamente in loco». Invece si preferisce «assillare i singoli cittadini che magari non hanno la televisione o non la vedono, lasciando impunite tutte le altre categorie, pur soggette al pagamento del canone». E pensare, fa rilevare ancora Rienzi, che con il ricavato di un anno di canone speciale la Rai potrebbe assumere tutti i 1.700 precari ultradecennali.