Autopsia Yara: morta di freddo E il killer non è un giovane
L'omicida non è un giovane. Probabilmente non voleva uccidere e ha architettato le diverse ferite per confondere le acque
Non è stato il colpo, per quanto cruento, scagliato con una pietra o un martello sulla testa a provocarne la morte. Non sono state le ferite, sebbene numerose e segnate in punti decisivi del corpo, il collo, la schiena ed entrambi i polsi, a dissanguarla fino alla morte. Nessuna delle lesioni crudeli e architettate dal terribile aggressore, un uomo solo e non un ragazzo sono state letali per la piccola ginnasta. Ad uccidere Yara Gambirasio la notte del 26 novrembre, nel campo che si protende selvaggio a Chignolo d'Isola, nei pressi di via Badeschi è stato il gelo invernale. Come si apprende dal Giorno. Il suo corpo trascinato in quel campo da vivo, lo stesso campo in cui poi è stato rinvenuto tre mesi dopo da morto, è stato stordito da colpi, maltrattato e ferito è stato abbandonato privo di sensi ma ancora in vita. Non si è mai ripreso però e a dare il colpo di grazia ci ha pensato il freddo, facendo assiderere Yara. L'auropsia - Questo è quanto risultato dall'autopsia eseguita dall'antropologa forense Cristina Cattaneo, anche se la relazione finale, dopo un ulteriore breve proproga, verrà consegnata tra una decina di giorni al pm di Bregamo Letizia Ruggeri. Sembra quindi che oltre ad una manifestazione di inaudita crudeltà, le ferite, i segni, i visibili maltrattamenti sinao stati una terribile messinscena architettata per confondere le acque, perchè l'assassino forse non voleva uccidere e di certo ha abbandonatyo il campo quando Yara era ancora viva. I test del Dna - Intanto continuano le ricerche che da Brembate si estendono anche in calabria e in puglia. Il numero di campionari di saliva prelevati per estrarre il dna sono saliti a 4 mila. Un numero senza confronti o meglio che si può confrontare solo con la quantità di interrogatori, intercettazioni, rilievi tecnici, effettuati peroprio per ottenere qualche prova o qualche indizio in più in quello che ormai è diventato un caso di scuola.