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Anche dal Senato ok a Obama Sì ad innalzamento debito Usa

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Dopo la Camera, altra approvazione all'accordo tra dem e repubblicani. Ma non basta: rischio downgrade dalle agenzie

Giulio Bucchi
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Il piano di aumento del debito americano ha ottenuto il via libera definitivo. Dopo la Camera, anche il Senato degli Stati Uniti ha votato a favore (74 sì, 26 no) del testo nato dall'accordo raggiunto dal presidente Barack Obama e i leader di democratici e repubblicani che prevede, oltre all'innalzamento del tetto del debito, anche tagli al deficit. Ora si attende la firma di Obama. L'accordo prevede un aumento del tetto del debito di 2.400 miliardi di dollari. Alla Camera i voti a favore erano stati 269, contro 161 no. Le maggiori resistenze dalle ali estreme, i liberal a sinistra e i più vicini ai Tea Party a destra. Tra le file dei democratici ha votato a favore dell'accordo la deputata dell'Arizona Gabrielle Giffords, comparsa per la prima volta alla Camera dopo la sparatoria nella quale rimase coinvolta a gennaio. Rischio downgrade - Restano, però, i dubbi ed i timori. Innanzitutto, sul rating Usa. Lo stesso presidente Obama ha definito l'accordo non del tutto soddisfacente, perché di fatto rimanda il problema del default invece di risolverlo alla radice. Non a caso, la prospettiva di un downgrade del rating americano da parte delle agenzie internazionali è tutt'altro che scongiurata. In parte, lo conferma Fitch, che però precisa: "L'accordo è un primo passo importante ma non la fine di un processo per mettere in atto un piano credibile per ridurre il deficit a un livello che assicura il rating AAA per gli Stati Uniti nel medio termine". I fondamentali economici e finanziari del rating AAA degli Usa restano per ora "solidi". I guai arriveranno nei prossimi mesi: "Il debito americano raggiungerà il 100% del Pil nel 2012 e continuerà a salire nel medio termine in modo non in linea con il mantenimento del AAA. Gli Stati Uniti hanno ancora scelte difficili con cui confrontarsi". L'agenzia internazionale chiuderà la revisione del rating americano alla fine di agosto.

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