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Marchiati a fuoco per rubare Milano, arrestati i genitori rom

I due bimbi venivano picchiati con cinghie e forchettoni. Madre, padre e nonna: accusati di riduzione in schiavitù pluriaggravata

Costanza Signorelli
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Li ustionavano con il ferro da stiro bollente e li picchiavano con cinghie e forchettoni se non portavano a casa le somme di denaro stabilite. E' il triste destino di due bimbi di 10 e 11 anni. A costringerli a saccheggiare villette e appartamenti di Milano, dietro violenze inaudite, erano i loro stessi genitori, 26 e 27 anni, e la nonna di 57 anni. Come se non bastasse, il padre è anche accusato di cessione di sostanze stupefacenti perchè avrebbe obbligato, in particolare uno dei due figli, ad assumere delle cocaina. I tre nomadi di origine montenegrina sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Milano, con l'accusa di riduzione in schiavitù continuata e pluriaggravata e di lesioni gravissime. Il terrore dei due bimbi - La famiglia, che aveva altri 8 figli più piccoli, viveva in un camper sempre in viaggio fra la Lombardia e il Piemonte. I bambini, privi di qualsiasi tipo di stabilità, non erano mai andati a scuola e, secondo le ricostruzioni della polizia, dal 2007 erano costretti, quasi ogni giorno, ad introdursi in appartamenti e fare razzia degli oggetti di valore, che poi consegnavano ai genitori. Le indagini, coordinate dal pm di Milano Daniela Cento, sono partite dal racconto dei figli che, ospitati in una comunità protetta, si sono opposti al riaffido ai genitori e hanno parlato delle violenze che erano costretti a subire. Racconti che si sono poi riscontrati sui corpi dei bambini stessi, completamente ricoperti di ustioni e cicatrici. I figli della coppia, che viveva da anni in Italia e, così come la nonna, aveva alle spalle già diversi precedenti penali, sono stati affidati a una comunità protetta.

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