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Bossi Il Senatùr si fa beffe di De Magistris: "Rifiuti? Glieli abbiamo messi in quel posto"

Umberto ne ha per tutti. Napolitano: "La guerra in Libia l'ha voluta lui. Ministeri? Pubblicità". Tremonti: "Senza noi dove va?"

Giulio Bucchi
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I rifiuti rispolverano l'Umberto Bossi dei bei tempi. Quello vivace, punzecchiante, anche un po' sguaiato. Quello, insomma, che piaceva al popolo della Lega. Non è un caso che il Senatùr si scateni dal palco di una festa del Carroccio in Brianza, non fuori dalle paludate sale romane. Il leader leghista ne ha per tutti. Innanzitutto, De Magistri e i napoletani: "I rifiuti? Glieli abbiamo messi in quel posto", esclama senza eufemismi. Il riferimento è al decreto, ancora in commissione ("La battaglia ètutta da fare) che prevede di trasferire i rifiuti solo nelle regioni confinanti con la Campania, e non al Nord. "Non penso che i napoletani buttino i rifiuti dalla finestra - spiega Bossi -. Sono i sindaci che non hanno fatto il loro dovere controllando se i rifiuti venivano portati via dalla strada. Qualcuno ha lasciato correre, ma se i magistrati sono interessati più alle cose politiche che a chi fa il suo dovere...". Nuove polemiche - Inevitabile poi tornare sulla questione dei Ministeri al Nord e le polemiche sulla loro costituzionalità scoppiate con Giorgio Napolitano. Umberto è preoccupato? "Un po' di pubblicità non guasta", dice sorridendo. Dopo aver invitato tutti a Monza, ha detto di essere rimasto sorpreso dalla decisione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di aprire un ufficio anche lui in Lombardia: "Non può abbandonarci. Dove va senza di noi?". Con Giulio usa la carota e il bastone. Per esempio, sulla manovra che prevede il ticket sulla sanità. "Non lo vogliamo", mette in chiaro Bossi, che per recuperare quei soldi per le casse dello Stato propone una tassa sul tabacco, lui fumatore incallito di sigari Garibaldo. "Secondo me il ticket non passa come lo ha detto Tremonti, piuttosto aumentiamo il costo del tabacco. Di fronte alla sanità, sono disposto a pagare di più un vizio". E con Maroni, è pace: "Io con lui non litigo semmai parlo". L'altra cosa che non va giù al Senatùr è la guerra in Libia. "A settembre finisce, è costata un miliardo". D'altronde, "Berlusconi non voleva la guerra, è il presidente della Repubblica che l'ha voluta, per non fare nomi...". Con Napolitano si chiude un fronte, se ne riapre un altro.

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