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Crac Alitalia, chiusa l'inchiesta: Sette manager indagati

Verso il processo Cimoli e Mengozzi più altri cinque dirigenti nel periodo 2001-2007. Accusa: bancarotta per dissipazione

Costanza Signorelli
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Conclusa dalla Procura della Repubblica di Roma dopo due anni di indagini, l'inchiesta sul dissesto dell'Alitalia che ha coinvolto l'amministratore delegato Francesco Mengozzi, che fu in carica dal 9 febbraio 2001 al 27 febbraio 2004, Giancarlo Cimoli, già presidente e amministratore delegato dal 4 maggio 2004 al 22 febbraio 2007, e 5 dirigenti di settore nello stesso periodo. Bancarotta per distrazione o dissipazione relativa a 6 episodi che hanno determinato alla società, secondo l'accusa, un danno di rilevante gravità e due episodi di aggiotaggio riferiti al solo Cimoli. A quest'ultimo si contesta d'aver messo in circolazione false notizie al mercato per aumentare il valore delle azioni di Alitalia e poter quindi chiedere tra l'altro un prestito valutato attorno ai 1.000 mln di euro. Inizialmente l'indagine aveva visto indagati i presidenti e gli amministratori delegati di Alitalia dal 1996 al 2007. La loro posizione resta al vaglio del magistrato. Gli indagati - I dirigenti coinvolti insieme con Mengozzi e Cimoli sono Gabriele Spazzadeschi, Pierluigi Ceschia, Giancarlo Zeni, Leopoldo Conforti e Gennaro Tocci. L'accusa per tutti è quella di bancarotta con riferimento agli episodi in cui sono intervenuti essendo pertinenti al settore a loro affidato. Complessivamente, comunque, per quanto riguarda l'imputazione a tutti si contesta il concorso "di aver attuato la dissipazione di beni aziendali, cagionando ingentissimi danni patrimoniali con pregiudizio per i creditori e gli obbligazionisti". Operazioni finanziarie abnormi - Secondo i magistrati di piazzale Clodio, per il periodo in cui erano in carica (2001-2007) i dirigenti in questione "attuavano attività e operazioni abnormi sotto il profilo economico e gestione" che sono da ritenersi gravissime per un'impresa in costanti difficoltà economiche e finanziarie. Tali attività inoltre non avevano alcuna prospettiva di procurare vantaggio alla società eppure hanno provocato un danno "estremamente rilevante" sul patrimonio sociale. Come si è detto, sono sei gli episodi nei quali il procuratore aggiunto Nello Rossi e i pubblici ministeri Stefano Pesci e Maria Francesca Loi hanno configurato le accuse contestate. Quanto a Cimoli gli sono stati contestati due episodi di aggiotaggio "perchè diffondeva notizie false e concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione dei valori del titolo Alitalia sui mercati finanziari".

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