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Luisella 'gnocca con la testa' "Con Telese? Frecciate vere"

La "fata turchina" di La7: "Santoro e Mentana? A Mediaset erano amici...". Non inveisce contro le veline ma... / D'ANGELO

Costanza Signorelli
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Dall'ironico "fata turchina" (copyright Luca Telese) all'azzeccato "gnocca con la testa": pare che il mondo maschile non possa esimersi dall'interrogarsi su Luisella Costamagna. Il cui mistero è così riassumibile: in lei la femminilità si unisce all'intelligenza, il tacco dodici alle domande sferzanti, la minigonna a una teutonica conduzione. La Costamagna tira dritto: non inveisce contro le veline di turno, come il collega Gad Lerner, e si cura solo di fare la differenza con In onda. Senza però per questo risparmiare simpatiche frecciatine al collega di In Onda Telese: "L'idea di dire ognuno il nome dell'altro è stata mia ma poi, sull'onda di questa trovata, abbiamo iniziato a farci battute", spiega. E così vi divertite a fingere una certa insofferenza? "In realtà non giochiamo a pizzicarci: le frecciatine, anche se virate sull'ironia, sono reali. A volte lui si offende un po', come quando l'ho chiamato Pinocchio in risposta al suo Fata Turchina". Di certo, quest'anno, non mancano i temi su cui dibattere (e pizzicarsi)… "La situazione politica, in realtà, è complicata ma non seria, per citare Flaiano: sembra sempre di trovarci sull'orlo di un precipizio ma poi, nei fatti, non cambia mai nulla. Io stessa ho l'impressione di porre le medesime domande dell'anno scorso: siamo alla fine del berlusconismo? La maggioranza si spacca? Si andrà a elezioni anticipate?". La crisi economica sembra dimostrare che gli equilibri del Paese siano in mano non tanto (o non solo) ai politici, quanto a imprenditori, banchieri, speculatori. Il vero potere è economico? "È così, e ce lo diciamo già dal 2008 quando, con la recessione, la politica doveva riappropriarsi di un potere che era stato troppo delegato all'economia e alle agenzie di rating. A distanza di tre anni, non solo nulla è cambiato ma, dalle inchieste giudiziarie, vediamo che sono aumentate le commistioni tra banchieri, economia e politica". Sembra però che la crisi di governo giovi a La7: c'è chi sostiene che gli ascolti scemeranno quando il clima politico si raffredderà. "Tutta l'informazione gode in questi momenti caldi. E La7 non fa eccezione. Ma ad accendere il canale è stato soprattutto Enrico Mentana: i programmi funzionano nella misura in cui ci sono dei professionisti alla guida. E, in questi anni, gli improvvisati sono stati diversi…". Quanto le pesa che sia sfumato l'ingresso di Michele Santoro a La7? "Sarei stata felicissima se fosse arrivato da noi. Al di là delle questioni personali (la Costamagna ha lavorato con Santoro in Moby Dick, Il raggio verde e Sciuscià, ndr), credo sia un grandissimo professionista, se non il migliore dal punto di visto del confezionamento del prodotto. Avrebbe ulteriormente illuminato la rete". E come la mettiamo con la convivenza con Mentana? "Le polemiche sono nate solo dopo la rottura delle trattative, delle quali non voglio sapere né parlare. Comunque quando ho lavorato con Santoro a Mediaset, eravamo sotto la testata del Tg5 di Mentana e i rapporti erano assolutamente cordiali". Tra l'altro sembrava che mezza tv pubblica avrebbe traslocato su La7.  Stanno cambiando gli equilibri? "L'unico dato certo è che la Rai sta perdendo molti volti prestigiosi, che rappresentavano un patrimonio culturale. E questo non solo sul fronte dell'informazione". La ragione? "La politica esercita un controllo molto forte sulla Rai. Spesso non si sceglie di andare via: si è costretti. Anche perché non esiste un mercato così aperto nella tv italiana". In passato, per Santoro, ha scritto uno speciale sui serial killer. Mai tentata dalla cronaca nera? "Mi piace molto, ma non condivido l'approccio “emotivo” al genere. Purtroppo spesso i giornalisti trasformano difetti umani in pregi professionali: strappare l'intervista ai parenti delle vittime diventa un merito sul lavoro ma, di fatto, è sciacallaggio". Meglio Lucarelli o Quarto Grado? "Il primo. Quel poco che ho visto di Quarto grado non mi è piaciuto. Su Avetrana, inoltre, c'è stata un'insistenza quasi patologica". Una curiosità. Da donna "bella ma vestita", condivide la campagna anti - veline di Gad Lerner? "Non voglio attaccarle e credo che siano bravissime a difendersi da sole. Il problema comunque è reale: l'immaginario del femminile si declina in calendari, belle gnocche e veline". di Francesca D'Angelo

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