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Caso Mora, Fede è indagato per concorso in bancarotta

Avviso di garanzia per il direttore del tg4: avrebbe trattenuto per sé metà dei soldi prestati all'agente dei vip da Silvio Berlusconi

Rosa Sirico
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Quando si dice 'insieme nella buona e nella cattiva sorte'. Dopo l'avviso di garanzia per il Rubygate, Emilio Fede è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di concorso in bancarotta di Lele Mora, arrestato lo scorso giugno. Sale a due, dunque, il numero di inchieste nelle quali è coinvolto il direttore del tg4 e sempre con l'agente dello spettacolo. Nei giorni scorsi, infatti, Fede ha ricevuto un invito a comparire ed è stato sentito dai pm Massimiliano Carducci ed Eugenio Fusco, in merito al fallimento della LM Managment di Lele Mora che, invece, è stato ascoltato giovedì mattina. A trascinare il giornalista nell'inchiesta, il famoso ma presunto prestito  -2,85 milioni di euro- che Silvio Berlusconi (estraneo alle indagini) avrebbe versato a Lele Mora nel gennaio 2010 per evitare il fallimento della società di Mora. Secondo l'accusa, Emilio Fede, intermediario dell'operazione, avrebbe trattenuto per sè parte del denaro . Versioni contrastanti - Emilio Fede è coinvolto nell'inchiesta perché avrebbe trattenuto parte dei 2 milioni e 850 mila euro che il premier avrebbe prestato all'agente dei vip. Da quanto si apprende, le versioni di Fede e Mora non solo divergono, ma sono state ritenute dagli investigatori del tutto contrastanti. Fede avrebbe dichiarato di aver preso 400 mila euro in restituzione di un precedente prestito. Mora invece nel corso di due diversi interrogatori avrebbe sostenuto che il direttore ha trattenuto per sé poco meno della metà del totale del prestito, erogato in tre diverse tranche. Le versioni di Fede e Mora divergono inoltre sul fatto che Berlusconi avrebbe promesso a Mora un ulteriore prestito, perché l'agente temeva di finire in carcere come poi è accaduto. Fede avrebbe negato che questo sia accaduto. Per accertare dove stia la verità, la procura ha disposto ulteriori accertamenti che si aggiungono alla documentazione acquisita tramite rogatoria a Lugano. L'accusa - I pm comunque contestano al direttore del tg4 di aver sottratto parte dei soldi proprio nel gennaio 2010, durante i 30 giorni concessi dal giudice fallimentare a Mora per trovare una soluzione utile a evitare il crack, dopo che il fascicolo sulla LM Management era stato trasmesso da Bergamo a Milano. Lo proverebbe una scrittura privata agli atti dell'inchiesta. Proprio il 19 gennaio, infatti, Mora aveva ricevuto assegni per 950 mila euro e avrebbe poi ricevuto due assegni per un totale di 1 milione il 18 marzo e ancora 1 milione il 19 ottobre.

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