Milanese, la Giunta rinvia voto Sì a cassette e tabulati
Serve altra documentazione: si vogliono ricostruire i rapporti con la Guardia di finanza. Così slitta tutto a settembre
La Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio ha dato il via libera all'apertura delle cassette di sicurezza in uso al deputato Pdl, Marco Milanese, coinvolto nello scandalo P4, e all'acquisizione dei tabulati telefonici. Secondo quanto si è appreso, la decisione è stata unanime. In Giunta, giovedì mattina, è arrivato lo stesso ex consigliere politico del ministro dell'Economia per presenziare alla riunione dell'organismo chiamato a pronunciarsi proprio sulle richieste di autorizzazione, avanzate dalla magistratura al fine di ricostruire i suoi rapporti con la Guardia di finanza. Giunta in ferie - Slitta invece a dopo l'estate, come ampiamente previsto, il voto sull'arresto dell'ex consigliere di Tremonti. Secondo la maggioranza non ci sono "i tempi di discussione e di votazione" a causa della pausa estiva, anche perché si devono ora acquisire i nuovi atti processuali richiesti dalla difesa. Il Pd protesta: "Si è scelto, votando, prima di non ascoltare Milanese che stamani era qui in Giunta e poi di acquisire nuova documentazione, il che comporta naturalmente un tempo tecnico e di valutazione. La scelta è stata tutta e solo politica" Denuncia per calunnia - Intanto in una nota gli avvocati del deputato del Pdl, Franco Coppi e Bruno Larosa, Marco Milanese smentisce le dichiarazioni dell'imprenditore edile Tommaso Di Lernia, riportate dai giornali di giovedì 28 luglio. L'ex braccio destro del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, annuncia inoltre, attraverso i suoi legali, di aver avviato la denuncia per calunnia "affinché l'autorità giudiziaria finalmente smascheri la macchinazione messa in atto nei suoi confronti da gente senza scrupoli e non si limiti a raccogliere dichiarazioni calunniose, spesso tra loro contrastanti ed inconciliabili". Milanese infine auspica che i colleghi deputati "si rendano conto che è in atto una precisa strategia persecutoria con ben definiti fini illeciti che vede la magistratura strumento inconsapevole di essa".