Tremonti Caro Giulio, ci devi delle risposte. Non è solo questione di soldi, ma di faccia
Secondo il suo ex braccio destro, il ministro versava 1000 euro alla settimana: in nero? Perché una cifra così alta? E per quanti mesi?
Marco Milanese si difende e mette in imbarazzo Giulio Tremonti. L'ex consigliere del ministro ha presentato 81 pagine di memoriale per dire che lui non «era l'uomo delle nomine in cambio di regali». Che lui sì, amava le auto di lusso, le cambiava come fossero spazzolini, ma che «la gestione dell'acquisto e delle vendite comunque era particolarmente oculata, finalizzata ad avere una bella macchina senza rimetterci molto». Che lui, l'ex braccio destro di Giulio, ha tenuto regolarmente la casa di via Campo Marzio, quella dove alloggiava pure il titolare di via XX settembre: ha pagato e ha versato la sua quota anche lo stesso Tremonti. In contanti. Oltre 4mila euro al mese, in tutto 75mila euro. Senza chiarire però se questa somma è stata dichiarata oppure no, lasciandoci nel dubbio. Una grande domanda: quei mille euro alla settimana sono stati versati in nero? C'è qualche ricevuta? E perché sborsare una cifra così alta? In fondo ci stava pochi giorni a settimana nella Capitale. Ricordate la dichiarazione di Tremonti diffusa nella notte in cui uscirono le carte dei pm napoletani? «La mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma», spiegava il professore di Sondrio. «Per le tre sere a settimana che normalmente - da più di 15 anni - trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e, come ministro, in caserma. Poi ho accettato l'offerta fattami dall'onorevole Milanese, per l'uso temporaneo di parte dell'immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo». Sarebbe quanto meno singolare vedere un ministro che dichiara guerra all'evasione fiscale, pagare in nero l'affitto di una casa... Abitazione che contiene altri misteri. Secondo l'accusa Milanese avrebbe pagato al Pio Sodalizio dei Piceni l'affitto, pari ad ottomila euro al mese, di un appartamento in via Campo Marzio, utilizzato anche da Tremonti. Nell'appartamento, inoltre, sarebbero stati eseguiti lavori per 200mila euro dalla ditta Proietti, la quale non avrebbe fatto pagare Milanese, ottenendo in cambio appalti da parte della Sogei. Tutt'altra la versione di Milanese: «Io mantenevo l'immobile sperando nella vendita e nell'acquisto al prezzo scontato per gli inquilini» e «ho corrisposto la somma di 30mila euro versata regolarmente con bonifici bancari. Quanto ai lavori, il parlamentare afferma che «da sempre» Proietti è l'impresa di fiducia del Pio Sodalizio e che i rapporti con la Sogei «risalgono al 2001». In ogni caso, precisa, l'importo dei lavori realmente eseguiti è di 50mila euro e non di 200mila. E va bene... ma, fatti due conti, sembrerebbe che Milanese non abbia versato un euro, realmente. Dice di aver speso 30mila di affitto più 50 di lavori da settembre 2008 fino a giugno 2011, come scrive il Corriere della Sera: quindi 33 mesi. Se così fosse Tremonti avrebbe dovuto sborsare 132mila euro e non 75mila. E quindi a Milanese sarebbero rimasti in tasca circa 52mila euro... I conti non tornano, anche perché il Pio Sodalizio fa sapere che il contratto risale al febbraio 2009 e non al settembre 2008: più che una difesa sembra un pasticcio. di Giuliano Zulin