Milano, lite al semaforo Ammazza per una precedenza
Il ragazzo in scooter gli sputa in faccia. L'automobilista perde la testa e lo falcia con la macchina. Poi tenta di scappare
Forse non ha rispettato la precedenza o forse una manovra azzardata. Due uomini. Uno in scooter e l'altro in macchina. Uno ha 30 anni e l'altro sulla settantina. Ma avevano un cosa in comune lunedì 25, quando si sono fermati al semaforo: la rabbia che si è impossessata di loro durante una lite. Solo che, nel caso dell'automobilista, la rabbia è diventata così feroce e incontrollabile da trasformarsi in omicidio. Il corpo del giovane di trent'anni è rimasto a terra senza vita mentre l'automobilista ha cercato di scappare per poi tornare sul luogo. E' successo a Milano nei pressi della Stazione Centrale intorno alle 15,30. Coinvolta anche una donna in bicicletta, rimasta ferita. La dinamica - Inizialmente si è pensato ad un incidente stradale. Poi nel tardo pemeriggio i vigili urbani hanno incominciato ad interrogare due testimoni e lo stesso automobilista. Man mano ha preso forma un'altra versione dei fatti che vede il settantunenne, Vittorio P., accusato di omicidio volontario. Uno screzio a causa di qualche infrazione al codice della strada. I due si insultano ma poi il verde del semaforro li fa ripartire. E poteva finire tutto li. Caso vuole che entrambi imboccano la stessa via, Andrea Doria, e si fermano al semaforo rosso, uno in fianco all'altro. Qui la tortale degenerazione. Il più giovane sputa in faccia all'automobilista e poi scappa con il motorino, attraverso una via a senso unico. Ma il settantenne non si dà per vinto e, ormai completamente fuori di sè, rincorre il ragazzo per oltre 50 metri fino a tamponarlo. L'altro sbatte a terra e si ritrova con la testa sotto l'auto. Cerca disperatamente di salvarsi, ma l'uomo in macchina procede a tutta velocità, fino a quando gli passa sopra e lo amazza. Poi, in preda al panico, lascia il cadavere a terra e fugge. Questo è quanto ipotizza la polizia, sulla base del racconto dei testimoni e del presunto assassino. Per l'automobilista l'accusa è di omicidio volontario.