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Napolitano processa le toghe "Basta essere protagonisti"

Il presidente ai giovani magistrati: "Applicate la legge ed evitate polemiche e confusione di ruoli". E frena sulle intercettazioni

Giulio Bucchi
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Protagonismi, giustizialismi e intercettazioni: il Colle frena le toghe. Davanti ai magistrati ordinari in tiroicino al Quirinale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rivolto ai futuri pm di applicare rigorosamente le norme della procedura, "facendosi carico delle ansie quotidiane e delle aspettative della collettività". L'esigenza è quella di "impedire o almeno attenuare attriti e polemiche in grado di lasciare strascichi velenosi e di appesantire le contrapposizioni tra politica e giustizia". La strigliata alla magistratura è evidente: secondo Napolitano è indispensabile "evitare condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l'ormai intollerabile, sterile scontro tra politica e magistratura". Basta, dunque, ai giudici/pm protagonisti della scena politica, in grado di dettare l'agenda a Camera e Senato. E sulle intercettazioni, che da strumento d'indagine si stanno sempre più trasformando in armi mediatiche, dal Colle arriva un avvertimento: "Da disporre solo quando assolutamente indispensabili". L'appuntamento del Quirinale è servito al presidente anche per fare il punto sulla questione giustizia con il ministro Angelino Alfano e il vicepresidente del Csm Michele Vietti. Tema caldissimo è la riforma, perché, ha ricordato Napolitano, "le strozzature del sistema giustizia pesano sullo sviluppo complessivo del paese". Dunque ogni eventuale ritrosia va superata "senza fatali ulteriori incertezze, lentezze e false partenze".

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