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Renzi e gli impiegati comunali "Sono peggio di Fantozzi"

Il sindaco di Firenze rottama i dipendenti: "Pensano solo a timbrare il cartellino. Licenziarli? Non si può, colpa dei sindacati"

Giulio Bucchi
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Matteo Renzi fa l'americano, dice quello che molti italiani pensano sui dipendenti pubblici (di tutte le regioni) e spara sui sindacati. Apriti cielo. Il sindaco di Firenze, noto 'rottamatore' del centrosinistra prima ancora che di Berlusconi&Co., intervistato dall'allegato del sabato della Gazzetta dello Sport, Sportweek, colpisce duro i suoi dipendenti comunali: "Chiamarli Fantozzi sarebbe far loro un complimento", incalza Renzi, ricordando che lui si ritrova "dipendenti che timbrano alle 14 e già un quarto d'ora prima sono in coda col cappotto, pronti ad uscire". Voglia di lavorare, insomma, portali via. E pensare che Renzi sogna impiegati modello Google, quelli incentivati dai geni dell'azienda-web Larry Page e Sergey Brin. "Ho visitato la sede di Mountain View - dice Renzi - e sono rimasto folgorato: niente badge, campi da ping pong, la parete per l'arrampicata. Mi piacerebbe che al Comune di Firenze si lavorasse così". La voglia di licenziare gli scansafatiche timbracartellino è tanta. "Eh no - continua sarcastico Renzi -, ci sono le tutele. Ecco: vuole sapere qual è l'organizzazione più lontana dalla mia generazione - chiede polemicamente al giornalista -? I sindacati". Detto dal futuro della sinistra italiana, fa piuttosto effetto. "Più di un iscritto su due è in pensione - spiega ancora Renzi -, mentre noi, se va bene, ci andremo a 70 anni. E hanno giri d'affari miliardari". Il rottamatore (del sindacato) si becca la replica stizzita di Stefano Cecchi, della Rappresentanza sindacale unitaria del Comune di Firenze. "Fantozzi sarà lui. Ci sono problemi di tagli che mettono a rischio i servizi comunali e lui gioca: è ora che cresca".

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